venerdì 15 novembre 2019

Sondaggi

Ogni giorno esce un sondaggio. Magari proprio ogni giorno no, facciamo ogni settimana, via. D'altra parte viviamo ormai nella società dei sondaggi, da cui i politici pendono come gli antichi greci pendevano dall'Oracolo di Delfi: questa settimana mezzo punto di consenso in più, quella scorsa uno in meno e così via. E loro stanno lì ad annusare, a cercare di capire cosa vuole la gente per servirglielo su un piatto in cambio di un altro mezzo punto in più. Non c'è una visione, un disegno a lunga (andrebbe bene anche media) gittata, c'è solo la ricerca del consenso immediato.

Quando Mitterrand, grande presidente francese, fu eletto, i suoi collaboratori gli fecero notare che secondo i sondaggi la maggioranza dei francesi era favorevole alla pena di morte e volevano mantenerla. Lui rispose che non gliene fregava niente, perché lui aveva una sua visione, una sua idea, una sua storia, cose che non si cambiano. E se ai francesi non stava bene, la prossima volta avrebbero potuto votare qualcun altro, non c'era problema. Nel 1981, con Mitterrand, la Francia abolì la pena di morte.

Pensate ai politici che abbiamo oggi, che cambiano idea ogni due ore, un giorno dicono una cosa e quello successivo la ritrattano, a seconda di come tira il vento e degli umori dell'elettorato. Non è politica, questa, non so nemmeno io dire cosa sia. So solo dove ci sta portando, e non è difficile capirlo.

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