lunedì 18 novembre 2019

Non è (mai) tempo di Ius soli

Il problema, come si intuisce facilmente, non è il maltempo e neppure l'Ilva, come in passato non lo sono stati gli infiniti pretesti che si sono puntualmente tirati fuori ogni volta che si provava a parlare di Ius soli. Il problema è che ogni provvedimento di buon senso, potenzialmente in grado di rendere questo paese un po' più avanzato e civile, non porta consenso, quindi si accantona. È un eterno accantonare. Viviamo in un periodo storico in cui, per una sorta di paradosso, leggi giuste e civili non portano consenso mentre nefandezze legislative e umane come i due famigerati decreti sicurezza fanno vincere ogni tornata elettorale. Qualche domanda toccherà porcela, prima o poi.

2 commenti:

  1. Vero, non è mai il tempo anche perché se i poveri li tieni separati attraverso l'antichissimo principio del divide et impera, per chi è al potere conviene moltissimo. Si scatena la cosiddetta guerra tra poveri ( o poveri contro poverissimi, ma comunque il senso è quello) e tutto fila meglio. Chissà a volte mi chiedo se coloro che affermano di voler porre in essere tali provvedimenti siano poi davvero così convinti di realizzarli.

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    1. Dalla cosiddetta guerra tra poveri, o tra poveri e poverissimi, hanno da guadagnarci quelli che la fomentano, cioè una parte della classe dirigente (sappiamo benissimo quale). La povertà avanza, nel nostro paese (non lo dico io, lo dice ogni indicatore sociale), e ai tanti che vi precipitano viene fatto credere, attraverso estenuanti e roboanti espedienti mediatici, che la responsabilità sia di quelli che arrivano coi barconi, o comunque di quelli che stanno peggio di loro, e ciò, paradossalmente, consente ai veri responsabili di accreditarsi come potenziali risolutori dei problemi relativi alla povertà. È un giochino ignobile che piano piano comincia a mostrare la corda, e quando i nodi verranno al pettine definitivamente, sarà meglio trovarsi un riparo.

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