Mi è capitato per caso in mano questo saggio e non ho resistito: l'ho portato a casa. È uno di quei libri che, come si intuisce già dal titolo, potrebbe far venire l'orticaria a Salvini, e questo è già un motivo più che sufficiente per leggerlo.
Non è infatti un mistero, tranne che per i suoi seguaci, notoriamente refrattari ai libri e a qualunque rudimento di storia, che la nostra penisola, posta al centro del Mediterraneo, abbia in passato avuto molto a che fare con la cultura e il mondo musulmani, nella forma degli arabi, dei turchi, dei persiani, e non solo limitatamente alla Sicilia o alla Puglia ma a gran parte del territorio. E tantissime tracce sono rimaste di quella cultura, che tra il 1000 e il 1100 era infinitamente più sviluppata della nostra (Tommaso D'Acquino studiava sui classici greci che venivano tradotti dai musulmani in latino, giusto per fare un esempio), tracce spesso nascoste, mascherate o volutamente dimenticate.
Lo inizio a leggere con la stessa, come dire?, tensione positiva che avverto ogni volta che comincio un libro.
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