Il primo aggettivo che mi viene in mente per definire questo libro è monumentale. Non per le oltre ottocento pagine che lo compongono, neppure per la trama complessa e articolata e neanche per la moltitudine di personaggi che navigano in questo fiume di parole e storie, o almeno non solo per questi motivi. Monumentale perché è un viaggio dentro l'uomo, dentro la sua complessità, i suoi sentimenti, le sue caratteristiche, tutte peculiarità che risultano senza filtri, cristalline in un contesto di guerra. La guerra mostra l'uomo per quello che è, nel bene e nel male.
È un romanzo che fa riflettere, a volte incazzare, a volte divertire, a volte sorprendere, a volte anche annoiare (in ottocento e passa pagine qualche eccesso di ridondanza e prolissità e sempre probabile) e in cui ognuno è inevitabile che in qualche sua parte o personaggio si riconosca. Uno dei romanzi più belli letti quest'anno.
Oriana era una grande e non è stata capita .
RispondiEliminaÈ probabilissimo. Ed è altrettanto probabile che siano state prese strumentalmente alcune cose scritte da lei per avvalotare certe posizioni. Ma è solo un'ipotesi.
RispondiEliminaSenza ombra di dubbio
RispondiEliminaQuesto libro non l’ho letto, ma da ciò che dici riconosco la scrittura della Fallaci, una persona, una scrittrice che ha fatto della sua vita una continua ricerca dell’uomo e nell’ultimo suo tempo di Dio. Buona giornata:)
RispondiEliminasinforosa
Della Fallaci ammetto di non aver letto nulla prima di questo, anche per una specie di... come dire, pregiudizio che nutrivo nei suoi confronti. Mi sono ricreduto e penso che ne leggerò altri. Buona giornata anche a te :)
RispondiElimina