In questi giorni si è sentita spesso la notizia dell'aumento del consumo di sigarette nel nostro paese - e non solo - dopo alcuni anni di flessione. Ne ha parlato qualche tiggì e qualche quotidiano, e tutti hanno formulato varie ipotesi sui motivi: chi dice che la legge Sirchia ha già esaurito i suoi effetti, chi dice che non è stata fatta una vera campagna di informazione, chi dice che non c'è mai stata una seria volontà di far rispettare i divieti, ecc...
Tutti motivi più che plausibili, certo, ma c'è un altro fattore di cui quasi nessuno ha tenuto conto (per dimenticanza, si intende): l'aumento della concentrazione di nicotina all'interno delle sigarette. Uno studio di Harward (disponibile qui in pdf) ha infatti dimostrato che le multinazionali americane del tabacco hanno incrementato, tra il 1997 e il 2005, la quantità di nicotina all'interno delle sigarette. La nicotina è notoriamente la sostanza che crea la dipendenza; giocoforza, più ce n'è e più chi fuma sente il desiderio di fumare.
Lo studio ha anche dimostrato un consistente aumento del numero di tiri per sigaretta dovuto ad alcuni cambiamenti nella progettazione della stessa. Conseguenza, come riportato dal Corriere: più tiri, più inalazioni, più nicotina per numero di tiri, più dipendenza.
Quindi, va bene la legge Sirchia per controllare i fumatori, ma qualcuno che faccia una leggina per controllare chi produce le sigarette no?
giovedì 1 febbraio 2007
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