sabato 24 febbraio 2007

Libertà d'Egitto








Il prossimo che viene a raccontarmi che in Italia c'è un regime lo prendo a calci nel sedere. Ci sono, è vero, alcuni che cercano di far credere questa cosa (probabilmente per una qualche forma di tornaconto personale), ma sono tutte balle. In Italia non c'è nessun regime. L'estate scorsa un gruppo rock ha tenuto un concerto in piazza Malatesta - nel centro di Rimini, proprio di fronte al palazzo del comune - urlando per buona parte del concerto "Berlusconi vaffanculo" assieme al pubblico presente, e nessuno, comprese le forze dell'ordine, ha mosso un dito.

Per carità, non fraintendete: non voglio con questo dire che sotto certi punti di vista l'insulto non sia condivisibile, anzi. Ma, per fare un esempio, pensate a cosa succederebbe se il medesimo gruppo rock si recasse a suonare a Cuba gridando per per tutta la serata lo stesso insulto a Fidel Castro: sarebbero presi di forza e sbattuti dentro, e la chiave probabilmente buttata nel cesso. Lì c'è un regime, e in tutti quei posti dove non puoi dire "bau" senza che sia approvato da chi sta più in alto.

Il ragazzo egiziano di cui parla il Corriere è stato condannato a 4 anni di galera dopo 5 minuti di processo; un processo farsa, istruito col solo scopo di tenere in riga l'opinione pubblica, di dare una specie di avvertimento a chi avesse intenzione di "pensarla diversamente" dai dettami del governo. Karim Amer (pseudonimo) è stato arrestato per il semplice fatto di scrivere su un blog, esattamente come faccio io e tantissimi altri come me. Scriveva quello che pensava: e cioè che non sopportava che le sue sorelle fossero state obbligate a lasciare la scuola e a indossare il velo integrale. All'università studiava legge e il suo sogno era quello di aprire uno studio legale per la difesa dei diritti umani.

Quello che lascia più stupefatti della vicenda è il fatto che pure la sua famiglia gli abbia voltato le spalle. Questo è ancora più incomprensibile per noi che siamo abituati a vedere il nucleo familiare come un'ancora di salvezza quando ci troviamo nei guai. Il povero blogger è stato invece addirittura ripudiato, tanto che il padre ha affermato che "Karim merita la morte se non si pente di fronte ad Allah".

Non è mia usanza usare certe espressioni, ma sarà il caso di cominciare a mandare a cagare questa gente prima che sia troppo tardi?

2 commenti:

  1. Guarda che hai solo ammesso che siamo il regime...un po' meno regime tra gli altri.
    Per di più il paragone lo fai lo fai in un contesto troppoo approssiamto e relativo.
    Se l'Italia è dopo lo Zimbawe per quanto riguarda l'informazione, vuol dire che viviamo in un regime. Si qui si può anche parlare, ma guai a provare di decidere autonomamente, guai.

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  2. > Si qui si può anche parlare

    Esatto, si può parlare, scrivere e dire quello che si vuole (forse fin troppo), là no. Questo per me è regime.

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