Giorgio Palù, presidente dell'Aifa, uno che in televisione si è visto molto poco, ha dichiarato che ci saranno altre pandemie. Detta così, sembra una delle tante frasi che ogni tanto fanno capolino nel mare magnum delle cose, più o meno credibili, che si dicono da due anni e mezzo in qua. Ma non è da prendere sottogamba. Anthony Fauci, forse il maggiore virologo vivente, già due anni fa definiva il periodo storico in cui viviamo l'"era pandemica". Con questa espressione ha voluto dire che, a differenza di quanto avveniva in passato, oggi le probabilità che si verifichino pandemie, anche a distanza ravvicinata tra loro, sono molto più alte.
La differenza con quanto accadeva in passato è che oggi lo sappiamo. Sappiamo di essere in questa situazione di pericolo ma non facciamo niente per evitare che si verifichi di nuovo. La pandemia che ci ha colpiti oggi si sapeva che sarebbe arrivata. Chi ha letto Spillover, di David Quammen, lo sa, perché Quammen, dieci anni fa, aveva fatto in quel libro una previsione in otto punti in cui descriveva la prossima pandemia che ci avrebbe colpito (sarebbe stato un coronavirus, sarebbe partito da un wet market, probabilmente dalla Cina ecc.) e li ha azzeccati tutti. L'unica incognita era solo il quando. Quammen non è un mago o un indovino, è semplicemente un giornalista scientifico che gira il mondo e studia queste cose.
Il modo in cui viviamo e abbiamo organizzato il mondo lo ha trasformato nell'ambiente ideale perché un virus faccia il salto di specie, esattamente ciò che ha fatto il Sars-CoV-2 passando dai pipistrelli all'uomo. Diciamo che, nella sfortuna, siamo stati fortunati, dal momento che il Sars-CoV-2 ha un indice di mortalità dell'1%, ma la prossima volta potrebbe non andare così bene. L'OMS, a proposito di future pandemie, già da qualche tempo sta mettendo in guardia sul fatto, molto preoccupante, che ci sono sempre più batteri (non virus), come ad esempio quello della tubercolosi, che stanno diventando resistenti a tutti gli antibiotici conosciuti. Questa cosa è nota da tempo, e in qualche modo si cerca di sensibilizzare, ma con poco successo.
Purtroppo noi umani siamo affetti da una sorta di... tara cognitiva, se così si può dire, che non ci permette di adottare provvedimenti per impedire il verificarsi di un evento avverso se poi non vediamo il risultato del provvedimento preso. È il motivo, giusto per fare un esempio, per cui un'amministrazione comunale preferisce costruire una bella fontana nella piazza del paese piuttosto che pulire i fossi per evitare un'alluvione. La fontana si vede, fa figura; la pulizia dei fossi non la nota nessuno e, se fatta, magari evita l'alluvione, ma una alluvione che non si verifica autorizza a pensare che non si sarebbe verificata neppure se i fossi non si fossero puliti, quindi perché pulirli? Siamo fatti così, siamo animali strani, noi. E la prossima pandemia, come quella attuale, farà sicuramente tesoro di questa nostra stranezza.
Stamani ero in un negozio di saponi, in un attimo si è riempito e la gente si ė assembrata, io ero in cosa: ho riportato a posto le due cose che avevo e me ne sono andata. Forse le mascheribe Fp2 generano troppo ottimismo.
RispondiEliminaPuò darsi, ma credo dipenda maggiormente da una generale diffusione di rilassatezza (complici i titoloni dei media che cominciano a dire che è finita e ne siano ormai fuori) che a mio avviso non corrisponde alla realtà.
EliminaSperiamo non si vero!
RispondiEliminaLo spero anche io, ovviamente, ma la sola speranza è sempre stata di ben poco aiuto, purtroppo
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