venerdì 13 marzo 2009

L'abuso edilizio? Dipende...

Uno pensa sempre che quello che c'è scritto nell'immagine qui a fianco sia una cosa scontata. Certo, i segnali che a volte, forse, non è sempre così non mancano, ma insomma questo dice la nostra Costituzione e questo prendiamo per buono.

Partendo da questo principio si suppone che un tale che commette ad esempio un abuso edilizio risponda alla legge sia che abiti - che ne so - a Belluno sia che abiti a Cagliari. E probabilmente è così. Ci sono casi, però, in cui la discriminante non è il luogo geografico, ma il ceto sociale o la carica che uno ricopre. La nostra Costituzione prevede (art. 3) che ciò non sia possibile, ma forse alla Cassazione a volte sfugge. E può capitare, tanto per fare un esempio a caso, quando l'abuso è commesso da un parlamentare.

Senza successo Nania aveva sostenuto davanti ai giudici di merito che "essendo egli senatore della Repubblica, gli accertamenti compiuti all'interno della sua abitazione, cosi' come le testimonianze dei verbalizzanti che hanno riferito sugli esiti degli accertamenti stessi, erano inutilizzabili". La Cassazione gli ha, invece, dato ragione rilevando che "nessun membro del Parlamento puo' essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare senza autorizzazione della Camera di appartenenza" anche nel caso in cui dall'abitazione perquisita non sia stato prelevato nulla e si sia trattato, da parte dei pubblici ufficiali, di una "semplice visione dei manufatti". (fonte)

Penso che a volte Berlusconi non abbia tutti i torti quando dice che la Costituzione è ormai obsoleta e non più al passo coi tempi.

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