giovedì 17 ottobre 2024

La (non) fine della storia



Stamattina, mentre camminavo sulle colline dietro a casa mia (quello che vedete nella foto è Palazzo Marcosanti), ascoltavo una recentissima lezione di Dario Fabbri, che ripubblico qui sotto.

L'idea di raccontare come il mondo fuori dall'occidente vede il problema planetario del cambiamento climatico è un escamotage per raccontare quanto è diverso da noi il mondo là fuori. Una diversità che noi non riusciamo a cogliere (figurarsi a comprendere) perché immersi in una pedagogia collettiva tramite cui abbiamo interiorizzato il fatto, non vero, che la storia è finita, che noi siamo il punto più alto raggiunto dalla civiltà umana, che gli altri là fuori, poverini, anelano tutti a vivere come noi e se non lo fanno è perché c'è un cattivo che glielo impedisce, oppure perché sono un po' tonti ma prima o poi vedranno la luce.

Drammatico anche il racconto dei danni provocati dal fatto che la storia oggi non si studia più e che quindi, non conoscendola, siamo portati a pensare in modo leaderistico invece che collettivo, mentre invece non sono i leader che determinano il corso delle vicende umane ma, come diceva anche De Gregori, "è la gente che fa la storia", e i vari leader non sono nient'altro che il prodotto della volontà popolare, anche quando sono dittatori.

Mi piace ascoltare chi mette in crisi i convincimenti assodati, gli stereotipi stantii, le idee incancrenite, i luoghi comuni elevati a principi che per pigrizia mentale evitiamo di mettere in discussione.


10 commenti:

  1. Lo ascolto sempre con piacere, ti fa pensare.

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  2. I suoi interventi sono sempre interessanti e puntuali. Grazie.
    sinforosa

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  3. La questione climatica è percepita in modo diverso dai vari popoli secondo la collocazione geografica di ognuno.
    Qui da noi è ritenuta irreversibile semplicemente perché si sta tentando di impostare l'economia nella direzione delle energie rinnovabili.

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  4. Dario Fabbri lo prendo con le pinze sul Giappone e i giapponesi ha detto cose sbagliate.
    Studio giapponese e ho amicizie con i nipponici.

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    1. Beh, vista l'autorevolezza delle tue fonti, provvederò immediatamente a sporgere formale reclamo presso il Fabbri.

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    2. Prima di dedicarti al giapponese forse era meglio se davi una ripassatina all'italiano, in merito in particolare all'esistenza e utilità della virgola.
      Immagino comunque che Dario Fabbri ti sarà riconoscente mentre provvederà immediatamente a modificare i dati di sua competenza sul Giappone.

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    3. Ti rispondo con il mio secondo account.

      Soffro di pesante dizziness quindi mi arrangio con la scrittura.

      Su Fabbri e Giappone

      In questo video:

      https://youtu.be/pENbi_042VI?si=nKw_CQWvcq98hhq3

      Fabbri dice che la Cina è sempre stata un pericolo per il Giappone cosa non vera.

      Nel video elencato ci sono dieci punti del tutto sbagliati alcuni anche pesantemente.

      Il mio sensei (maestro) ha anche inviato una documentata lettera alla redazione di Limes senza ricevere risposta.

      Dario Fabbri non conosce il Giappone e la sua storia.

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    4. Tutto bello. Ma Dario Fabbri con Limes non c'entra niente, dal momento che Limes è diretto da Lucio Caracciolo mentre Fabbri dirige un mensile che si chiama Domino. Tra l'altro ha recentemente scritto un libro chiamato Geopolitica Umana, di cui ti consiglio la lettura. Invece dei link inutili che metti qui, questo ti potrebbe essere molto utile.

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    5. Il video pubblicato riguarda il canale YouTube di Limes.

      Il video sul Giappone sono 15 minuti di inesattezze.

      Ho citato solo il pericolo cinese mai esistono in Giappone perché le altre cose sono molto più complesse ma Fabbri sbaglia su tutto.

      Il libro che mi hai consigliato va bene non critico in toto Fabbri ma per me va preso con le pinze.

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    6. Tutto va preso con le pinze. Sempre.

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