venerdì 3 settembre 2010

Il processo breve diventa lungo?

La questione del cosiddetto processo breve, altrimenti detto "processo morto", man mano che passa il tempo si avvicina sempre di più alla farsa, e forse al grottesco. Insomma, siamo nella situazione tipica che si genera quando bisogna a tutti i costi trovare la soluzione a un problema correndo contro il tempo.

Voi sapete che questo benedetto processo breve, che serve a Berlusconi per cancellare definitivamente tutti i suoi guai giudiziari, ci è stato venduto dal governo come un provvedimento che serve a tutti gli italiani (come al solito), perché di fronte alle lungaggini della giustizia stabilisce tempi certi in cui devono obbligatoriamente essere portati a conclusione i processi, pena la loro estinzione. Siccome però ci sono serie probabilità che il tutto si traduca in una gigantesca amnistia di massa, hanno detto no prima i finiani, i quali non lo voteranno, e poi, con un giro di parole dei suoi, il capo dello Stato, cioè colui che alla fine di tutto l'iter legislativo deve controfirmare per ultimo la porcata.

Il 19 dicembre prossimo, probabilmente, la Consulta boccerà il legittimo impedimento, e per quella data il premier dev'essere comunque "scudato", cascasse il mondo. Il rischio, infatti, è che nei primi mesi del nuovo anno - presumibilmente febbraio/marzo - la Cassazione condanni Berlusconi definitivamente come corruttore dell'avvocato Mills. Una condanna che avrebbe come corollario l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Insomma, il premier non potrebbe più fare il premier.

Siccome, come abbiamo visto, il processo breve è a rischio, cos'hanno pensato i fervidi legislatori ad personam del cavaliere? Di non farlo più breve, ma lungo, lunghissimo, in modo che Berlusconi possa salvarsi con la (ennesima) prescrizione. E tutto questo approvando una norma che impedisca al giudice di valutare e decidere quanti testimoni possono essere ammessi al processo. Senza inoltrarsi in lunghi tecnicismi giuridici, dei quali peraltro non sono certo all'altezza, si vorrebbe in pratica dare la possibilità alla difesa di avvalersi della testimonianza di un numero a piacere di testimoni senza che il giudice possa dire bau.

Scriveva ieri Giovanni Bianconi sul Corriere:

Ecco allora farsi strada, nel governo e nella parte di maggioranza che ne sostiene la strategia su questi temi, l'ipotesi di rinunciare alla poco digeribile applicabilità ai processi in corso in cambio di un altro paio di modifiche al codice di procedura penale: togliere al giudice la possibilità di escludere l'assunzione di prove «manifestamente superflue» (come l'ascolto di testimoni non necessari) chieste dalla difesa e impedire l'acquisizione di sentenze definitive di altri processi. Queste proposte sono contenute in un disegno di legge governativo presentato un anno e mezzo fa e da allora fermo al Senato (il che la dice lunga sulla sua urgenza), e ora potrebbero essere ripescate e approvate al più presto. Si tratta di modifiche già duramente criticate nel parere del Consiglio superiore della magistratura, perché comporterebbero «un pesante limite al celere svolgimento del processo, un inutile aggravio e un conseguente allungamento dei tempi necessari all'accertamento di fatti e situazioni già acclarate». La durata dei dibattimenti, cioè, verrebbe irragionevolmente prolungata, in palese contrasto con l'obiettivo di restringerli entro limiti «ragionevoli» imposti addirittura per legge con la riforma del «processo breve».

Avete capito, no? Se andrà in porto il processo breve, bene, altrimenti si ricorrerà al processo lungo, alla faccia dei richiami dell'UE al nostro paese sulle lungaggini della giustizia e alle palle del governo sul "serve a tutti gli italiani".

Chissà se questa politica arriverà mai a toccare un fondo oltre il quale non è più possibile andare?

5 commenti:

  1. avevo letto anche un'altra cosa riguardo al processo breve.

    Mettiamo il reato di mafia per cui il tempo massimo mi pare fissato a 10 anni. Nel caso tutto l'iter processuale duri più di 10 anni il tutto viene annullato e il "processato" può chiedere il risarcimento delle spese processuali.
    Non so se sia effettivamente così.

    tu ne sai qualcosa di questo rimborso?

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  2. No, non ne so niente. E in ogni caso la norma del processo breve, per i reati di mafia prevede scadenzari più lunghi dei reati "normali".

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  3. ecco ho trovato

    http://www.altalex.com/index.php?idstr=20&idnot=43822

    http://www.corriere.it/politica/10_gennaio_20/scheda_processo_breve_de95f2ce-05ca-11df-a1d7-00144f02aabe.shtml

    mentre per i processi di mafia può essere prorogata la durata di un terzo dal massimo di 10 anni.
    Quindi durata complessiva di 10 anni per i reati di mafia o terrorismo più un terzo se lo decide il giudice.
    non so se sono previste diverse proroghe.

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  4. non so se sono previste diverse proroghe

    Speriamo che non ci sia bisogno di saperlo. ;)

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  5. il fatto è che simili risarcimenti sono previsti anche oggi ma in casi diversi e in procedimenti civili o anche in quelli penali purché ci sia un qualche vizio di forma o errore giudiziario.
    Nulla da obiettare in questi casi. Ma il processo breve con risarcimento puzza troppo di porcata.

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