Sapete qual è il bello, uno dei pochi, della porcata che stanno facendo in parlamento? E' che si crea una dicotomia netta non solo tra maggioranza e opposizione, riguardo al provvedimento, ma anche tra parti interne alla stessa maggioranza, dove per maggioranza in questo caso intendo anche la sua propaggine informativa.
Se uno non lo sapesse prima, sarebbe portato a pensare che una dichiarazione come quella che leggete nel titolo, ad esempio, possa averla fatta un Di Pietro, forse un Bersani, sicuramente un Travaglio. E invece l'ha fatta poco fa Vittorio Feltri, direttore del Giornale. In realtà, per chi segue un po' quello che succede nel mondo dell'informazione, questa dichiarazione non rappresenta una novità. E' già da un po', infatti, che Feltri non nasconde il suo disappunto sul ddl intercettazioni, specie nella parte che mette il bavaglio alla stampa.
Il caso del Giornale non è l'unico. Anche il Resto del Carlino, ad esempio, quotidano (notoriamente molto filo-berlusconiano) abbastanza diffuso in Emilia Romagna e in molte zone del nord, da tempo pubblica annunci del cdr in cui si prende posizione contro il provvedimento - sul sito è online addirittura una petizione. A parte questi casi, è noto che le perplessità sono parecchie anche all'interno della stessa maggioranza che si appresta a varare la legge, e questo è testimoniato anche dai continui rimaneggiamenti a cui è sottoposto il testo. Insomma, una porcata di questo genere è effettivamente un banco di prova attraverso cui si capisce chi veramente è disposto a seguire il cavaliere in questa sua follia e chi ha ancora un po' di pudore residuo, capisce il livello della porcata e si ferma.
Da notare che Feltri spera nella Consulta; ciò significa che secondo lui il parlamento lo approverà e Napolitano lo firmerà. A mio modesto e insignificante parere, invece, se non interverranno modifiche incisive e sostanziali ho qualche dubbio che passerà il vaglio del Quirinale. Staremo a vedere.
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