mercoledì 19 maggio 2010

Ah, dimenticavo il codice di autodisciplina di internet

Una volta davo più peso a queste cazzate cose. Ogniqualvolta, infatti, questo o quel governo cercava di mettere in campo provvedimenti "imbriglia-internet", mi lanciavo in appassionati e corposi articoli per cercare di spiegare di cosa si trattava. Poi, col passare del tempo, questi pseudo-provvedimenti sono diventati talmente numerosi - nessuno tra l'altro è mai diventato legge - che ho deciso di non occuparmene più. O, almeno, di non occuparmene in maniera approfondita. Giusto un accenno all'occorrenza.

Quello che leggete nel titolo del post non è altro, né più né meno, che uno di questi pseudo-provvedimenti attualmente allo studio del governo e ideato dal duo Romani-Maroni. L'hanno chiamato "Codice di autodisciplina a tutela della dignità della persona su rete Internet". Pensate: un nome così altisonante e pomposo per un provvedimento che se fosse redatto in qualsiasi altro paese che non sia l'Italia, nella migliore delle ipotesi provocherebbe una mare di risate e un diluvio di pernacchie.

Ma qui siamo in Italia, e naturalmente nessuno ride. E nessuno (tranne qualche cane sciolto in giro per la rete) neppure si indigna più. Di cosa si tratta di preciso? E' molto semplice. Voi sapete che è in dirittura d'arrivo in Parlamento - i nostri solerti governanti lo vogliono legge dello stato entro giugno - il ddl intercettazioni, quella porcata immane che oltre a impedire ai magistrati di utilizzare le intercettazioni telefoniche per stanare i delinquenti, impedisce ai giornali di raccontare le vicende giudiziarie e impone ai blogger l'obbligo di rettifica.

Nel caso qualcosa andasse storto - speriamo! - durante l'iter parlamentare, c'è in cantiere appunto quest'altra barzelletta di provvedimento. Non la tiro per le lunghe. Si tratta, in sostanza, di un provvedimento col quale si dà ai provider e ai fornitori di servizi web la facoltà di "filtrare" i contenuti immessi in rete dagli utenti e di decidere arbitrariamente quali sono leciti e quali no. Ma "filtrare" con quale criterio? Beh, quello appunto di "tutelare la dignità della persona su rete internet". Una sorta di censura preventiva, in pratica.

E volete sapere il lato comico della faccenda? I siti che rispondono alle caratteristiche del provvedimento, quelli che cioè faranno i "bravi", avranno un bollino di qualità. Un po' come quello blu della mitica banana Chiquita. Vabbé, io mi fermo qui, ho cose più importanti da fare che raccontare nei dettagli l'ennesima dimostrazione che i nostri governanti capiscono di internet come la mia gatta di fisica quantistica. Facciano un po' quello che vogliono. Vi lascio due o tre link per approfondire: Guido Scorza, Vittorio Zambardino e Federico Mello.

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