mercoledì 26 maggio 2010

Due parole sulla manovra

Alla fine ci siamo: il governo che per due anni ha negato la crisi, addebitandola alla fantasia malata dei "catastrofisti", e che fino all'altro ieri ha detto che non avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani, presenta il conto ai suddetti italiani: 24 miliardi di euro. Ora, è vero, molte delle misure in procinto di essere varate vanno effettivamente nella direzione di un taglio alla pubblica spesa, ma molte altre no. Vediamone alcune prendendo spunto dall'ABC della manovra pubblicata oggi dal Sole24Ore.

Nonostante tutto quello che ci hanno raccontato riguardo al fatto che non c'è nessun condono edilizio, beh, ho paura che non sia proprio così. Il Sole la chiama "sanatoria", un termine se vogliamo un pelino più elegante, ma di fatto, se la lingua italiana ha ancora un significato, mettere in regola un fabbricato mai denunciato al catasto pagando una penale è un condono vero e proprio. Mi pare che si possa provare ad abbellire questa formula in tutti i modi, ma alla fine quello è.

C'è poi una stretta sulle pensioni di invalidità. Viene elevata la percentuale che ne dà diritto (dal 74 passerà all'80%) e, soprattutto, è previsto un forte aumento dei controlli sui "furbi". Interessante è poi il capitolo, molto strombazzato in questi giorni, dei tagli di stipendio a ministri e sottosegretari. Si scopre che è vero che è prevista una riduzione del 10%, ma non sull'intero stipendio annunale, ma sulla eventuale quota che eccede gli 80.000 euro. Se non ho capito male, quindi, se un sottosegretario guadagna per ipotesi 100.000 euro l'anno, il 10% si calcola solo su 20.000. Non mi pare che questo meccanismo sia stato messo in evidenza con altrettanta precisione, finora.

Altra nota interessante: viene dimezzato il contributo obbligatorio (lo so, sembra un nonsenso) che ogni elettore versa ai partiti: da un euro a mezzo euro. Voi sapete che i partiti, per campare (e bene), incamerano ogni anno la quota di un euro per ogni italiano avente diritto di voto, e questo, naturalmente, indipendentemente dal fatto che uno vada a votare oppure no. Hai diritto di voto? Bene, paghi un euro (anzi, adesso mezzo). E' il famoso "rimborso elettorale", quello che ha preso il posto del vecchio finanziamento pubblico a cui il 90% degli italiani ha detto no col famoso referendum del 1993, e che è rientrato poi miracolosamente dalla finestra col nuovo nome. Adesso è stato dimezzato. Mi viene da pensare che sarebbe bello che i partiti adesso restituissero agli italiani quel mezzo che contro la loro volontà è stato loro estorto in tutti questi anni.

E arriviamo, finalmente, a una delle norme che più rappresentano il famoso "non mettere le mani nelle tasche degli italiani". E' prevista infatti la "Possibilità di introdurre il pedaggio di tratti di strade di connessione con i tratti autostradali". Cosa vuol dire questo? C'è una superstrada gratuita, magari una "bretella" con funzione di raccordo tra due tronconi autostradali? Bene, si potrà mettere a pedaggio. Altra norma che c'entra con le tasche: i lavoratori del pubblico impiego hanno lo stipendio congelato fino al 2013. Niente aumenti, scatti, rinnovi contrattuali, niente.

C'è poi la tracciabilità dei pagamenti (in pratica le transazioni tramite carta di credito o assegni) che scende dagli attuali 12.000 e rotti euro a 5.000. Si racconta nelle segrete stanze che questa cosa abbia parecchio fatto incavolare il berlusca; come molti infatti ricorderanno, questa misura era già stata proposta dai passati governi di centrosinistra come misura anti-evasione; Berlusconi e i suoi gridavano all'epoca allo stato di polizia tributaria e Visco era soprannominato "Dracula". Oggi che questa misura è costretto ad adottarla il centrodestra, Visco, giustamente, qualche sassolino dalle scarpe se lo toglie.

Ma quello che in queste ultime ore sta mandando su tutte le furie molti pidiellini, sono i 10 euro che il governo sta pensando di far pagare ai turisti che entreranno a Roma. Scriveva poco fa il Corriere: "Misura che ha fatto infuriare Federalberghi Roma: 'È un clamoroso autogol— dice il presidente Giuseppe Roscioli— e sono rimasto a bocca aperta quando l’ho saputo: una famiglia di quattro persone, che viene a Roma per quattro notti, dovrà pagare fino a 160 euro'. La tassa di soggiorno sembra uno dei punti fermi, in una ridda di indiscrezioni. Il governo, ad esempio, ha inserito 'la possibilità di pedaggio su tratti di strade che connettono alle autostrade'. Il Gra a pagamento?". Ovviamente si tratta di indiscrezioni, come quella, riportata sempre dal Corriere, secondo cui si starebbe addirittura pensando a una "tassa" di un euro su ogni passeggero che transita negli aereoporti romani.

Insomma, ognuno può trarre le sue conclusioni, ma se mettiamo insieme tutto è abbastanza facile capire come mai quando è ora di annunciare che vogliono sconfiggere il cancro la faccia ce la mette Berlusconi e quando è ora di annunciare la manovra finanziaria ce la mette Letta.

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