sabato 27 febbraio 2010

Notizie in pillole (44)

Internet Explorer se ne va. Due notizie che riguardano gli utilizzatori (non finali °_°) del browser più diffuso al mondo. La prima è che il portale Youtube non supporterà più, a partire dal prossimo 13 marzo, la versione 6 di Internet Expolorer. Qualcuno probabilmente dirà: la versione 6? Ma se siamo alla 8... Beh, secondo ZeusNews questa vetusta versione del browser targato Microsoft è ancora utilizzata da circa il 20% degli utenti. La seconda notizia è che Microsoft sembra aver fatto pace con la Commissione Europea in merito all'annosa questione del browser I.E. già preinstallato nei vari Windows. Nelle prossime settimane, infatti, gli utenti che hanno Internet Explorer impostato come browser predefinito, si vedranno apparire una bella finestrella tramite la quale scegliere il browser che si desidera utilizzare al posto di I.E. (dettagli qui da Paolo).


Travaglio oscurato e poi tornato online su Youtube. Pare che la puntata di passaparola del 15 febbraio scorso, "I Bertoladri", sia stata oscurata per un po' e poi sia tornata online. A riferirlo è stato inizialmente Claudio Messora nel suo blog. Poi si è interessato alla vicenda anche Alessandro Giglioli, il quale ha chiesto spiegazioni a Google ricevendo in cambio vaghe e lacunose risposte in cui si è tirato in ballo la causa intentata tempo fa da Mediaset contro Youtube in merito ai video con spezzoni del grande fratello caricati dagli utenti. Ovviamente né Gilioli né Messora - a questo punto neanche io - riescono a capire cosa c'entri il copyright verso Mediaset in una trasmissione registrata nello studio privato di Travaglio; trasmissione in cui, tra l'altro, di Mediaset non si parlava proprio.


Conseguenze della sentenza Mills. Com'era per certi versi prevedibile, la sentenza definitiva sul caso Mills, cioè l'annullamento per intervenuta prescrizione delle precedenti condanne dell'avvocato inglese, ha creato parecchi casini. Ufficialmente Alfano ha detto che "questa sentenza non cambia nulla"; si andrà infatti avanti, come programmato, su intercettazioni, ragionevole durata dei processi (una formula elegante per mascherare il processo breve morto), legittimo impedimento, ecc... In realtà, come sottolineava ieri Peter Gomez su Il Fatto, la sentenza definitiva nei confronti di Mills, che ha valore di prova a tutti gli effetti, potrebbe essere utilizzata nei confronti di Berlusconi, il cui procedimento, a differenza di quello dell'avvocato inglese, prosegue. Ciò comporterebbe una notevole accelerazione, tanto che la sentenza di primo grado potrebbe essere emessa per il cavaliere prima del febbraio 2011, termine in cui cadrà in prescrizione anche il suo procedimento. E se le cose si mettessero effettivamente in questo modo, sarebbero perfettamente inutili sia il legittimo impedimento che il lodo Alfano costituzionale - per questo occorrerebbe troppo tempo. L'unica soluzione definitiva sarebbe il processo breve morto. Ecco perché alla fine non è un caso che Berlusconi sia contento a metà.


La c*****a del secolo. L'ha detta Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, sempre in riferimento alla sentenza Mills. "Solo la protervia dei giudici milanesi, che colpendo Mills intendevano colpire Berlusconi, ha fatto sì che il processo contro l'avvocato inglese venisse trascinato per mesi attraverso continui strattonamenti al codice. E' questo il prezzo che si deve pagare, anche a danno del contribuente, per l'incredibile persecuzione giudiziaria di cui è fatto oggetto il presidente del Consiglio". Ecco qua: il problema è quanto è costato al contribuente il processo, visto che i giudici sono pagati ovviamente con soldi pubblici. Anche Verdini, che mi risulta essere un deputato, è pagato con soldi pubblici. La differenza è che i giudici lavorano per scoprire e perseguire la corruzione e il malaffare, attività che ha consentito infinite volte allo stato di rientrare in possesso di capitali e risorse; Verdini, invece, appartiene alla categoria che più di ogni altra è spesso invischiata in storie di malaffare e corruzione, quella corruzione che secondo la Corte dei Conti pesa come tassa occulta sul sistema Italia per 50/60 miliardi l'anno. Tutto questo, però, per Verdini non è fonte di preoccupazione, perlomen0 non quanto lo stipendio dei magistrati.

2 commenti:

  1. Verdini ha ragione: il suo stipendio è ampiamente meritato viste le c*****e che spara ogni giorno; è quello il suo lavoro :-)

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  2. Tra l'altro è pure in buona compagnia...

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