Raramente mi è capitato di leggere romanzi così... pirandelliani.
Un signore si sveglia la mattina e decide, dopo tanti anni, di tagliarsi i baffi. La moglie, gli amici, i conoscenti e i colleghi non si accorgono di niente perché sostengono che lui non li ha mai avuti. Comincia così una storia che si incanala nell'assurdo e un viaggio che si snoda tra realtà e allucinazione, il tutto in un crescendo di esasperazione che porterà il protagonista perfino a immaginare un gigantesco complotto ai suoi danni ordito con lo scopo di farlo impazzire.
È un romanzo a tratti disturbante, venato di valenze distopiche, ma è soprattutto un viaggio nelle nostre psicosi e nella perdita di identità. Il finale lascia a bocca aperta, ma pensandoci non poteva chiudersi diversamente.
Qualche anno fa sempre di Carrère lessi L'avversario, un libro che lascia impietriti (ne avevo accennato qui). Credo che leggerò altro di questo scrittore.

"I baffi" anch'io l'ho trovato tanto coinvolgente, quanto inquietante.
RispondiEliminaDa fan di Carrère, e in base ovviamente ai miei personali e opinabili gusti, ti suggerirei di continuare con "Vite che non sono la mia", "La settimana bianca" (spoiler: terribile) e "Un romanzo russo". E magari anche "Limonov", per conoscere un personaggio talmente incredibile che si stenta a credere sia vissuto veramente.
Segno, grazie ;-)
EliminaA me è successo di non accorgermene che un compagno di lavoro si è tolto i baffi, addiritura di non ricordare che ieri li portava (e sicuramente durante tutto il periodo di conoscenza).
RispondiEliminaTutto ok con la memoria? :-)
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