mercoledì 9 aprile 2025

Mancata crudeltà e cognizione di causa

Tutte le sentenze sono commentabili e anche criticabili e quella che ha condannato Filippo Turetta all'ergastolo non fa eccezione. Tuttavia io non credo che abbiano qualche valore, oltre a quello del mero sfogo, i commenti sdegnati vergati frettolosamente in pochi caratteri sui social, commenti dettati esclusivamente dalla reazione emotiva del momento per la mancata attribuzione dell'aggravante della crudeltà. Per alcuni motivi.

Uno di questi è che la sentenza emessa è il risultato di indagini approfondite che sono durate quasi due anni e che hanno preso in esame ogni singolo aspetto della vicenda: dalle perizie all'ascolto dei testimoni, dall'analisi delle riprese video agli esami psicologici della personalità dell'assassino e altro. Commentare tutto questo frettolosamente, e soprattutto senza aver letto per intero le motivazioni, è scorretto proprio a livello metodologico, anche se ovviamente è gratificante a livello emotivo (è risaputo che uno degli effetti "benefici" del vergare frettolosamente commenti indignati è l'allentamento della carica emotiva di cui sopra).

Il punto focale della sollevazione popolare è, come noto, la mancata attribuzione dell'aggravante della crudeltà a Filippo Turetta. Ovviamente io non sono in grado di dire se tale omissione sia corretta oppure no. Non ho cioè strumenti conoscitivi di alcun tipo per dire se l'assassino ha ucciso la sua vittima in modo crudele oppure no. E credo nessuno di noi, non avendo partecipato alle indagini e non avendo letto le centinaia e centinaia di pagine degli atti del processo, li abbia. I giudici però sì, e per loro l'aggravante della crudeltà non sussiste. Sbagliano? Può darsi di sì, ma può darsi anche di no. 

La spiegazione dei giudici su questa mancata attribuzione è ben evidenziata qui, ove tra le altre cose si legge:

Analizzando le immagini registrate durante le fasi dell’aggressione, il collegio giudicante ha rilevato una dinamica caotica, fatta di colpi ravvicinati, rapidi e inferti quasi alla cieca. Per i magistrati, pur riconoscendo l’efferatezza complessiva dell’azione, queste modalità non sarebbero frutto di una decisione lucida o cosciente da parte dell’imputato, ma piuttosto l’esito di un comportamento concitato, dettato dal panico e dalla mancanza di padronanza del gesto omicida. Nella carte si legge infatti che Turetta "non aveva la competenza e l'esperienza per infliggere sulla vittima colpi più efficaci, idonei a provocare la morte della ragazza in modo più rapido e pulito", cosi ha continuato a colpire fino a quando si è reso conto che Giulia "‘non c'era più'".

In altre parole, per i giudici l'aggravante della crudeltà si definisce dall'intenzionalità di infierire crudelmente sulla vittima anche facendone scempio e causandone sofferenza aggiuntiva a quella necessaria a procurarle la morte. Per i giudici questo elemento non c'era in quanto l'assassino aveva intenzione di portare a termine il crimine il più velocemente possibile.

Un altro elemento da tenere presente per cercare di allargare un po' lo sguardo è che gli stessi giudici è vero che hanno negato l'aggravante della crudeltà, ma hanno escluso tutte le attenuanti generiche che solitamente in questi casi vengono concesse. Più in generale, come scrive Luciano Butti qui:

Quando i giudici applicano la legge, e quindi anche quando riconoscono o escludono le aggravanti o attenuanti di un delitto, non possono decidere “a buon senso”, Devono, invece, verificare se sussistano, o meno, i requisiti che la legge richiede per applicare le varie norme. Nel sistema delle nostre norme penali, l’aggravante della crudeltà presuppone, in un omicidio, che l’assassino abbia utilizzato verso la vittima violenze crudeli “ulteriori” rispetto a quelle necessarie per ucciderla.

Naturalmente le reazioni di pancia che si leggono sui social o al bar non sono totalmente ingiustificate. Le materie che hanno a che fare con la giurisprudenza sono infatti complesse - in generale quasi tutti i temi di cui discutiamo sono complessi, anche se il più delle volte non ce ne rendiamo conto - e necessiterebbero di essere commentati con un minimo di cognizione di causa. Ma pure senza arrivare alla cognizione di causa, occorrerebbe che quando si leggono titoli tendenziosi e fuorvianti come "75 coltellate ma per i giudici l'aggravante della crudeltà non c'è" (i giornali sono perfidi in questo), prima di prendere in mano frettolosamente il nostro smartphone e allentare la pressione emotiva scrivendo di getto sciocchezze, contassimo almeno fino a dieci. Durante il conteggio potremmo farci qualche domanda, tipo: perché questo titolo? Cosa significa? Come si spiega? Perché per i giudici non c'è questa aggravante? 

Ma, è noto, la riflessione e i dubbi nell'epoca della velocità non hanno casa.

10 commenti:

  1. Io con 75 coltellate confessate e certificate neanche spreco tempo, carte e burocrazia a processarti. Il sistema Giustizia è al collasso, e perdiamo tempo in procedure assurde, come ex bancario e partecipante (purtroppo) a diverse rapine, ho assistito a processi, convocazioni e testimonianze inutili, anche fuori sede, per imputati già in carcere o mai arrestati, o solo a confermare deposizioni già riportate e trascritte.
    C'è gente da una vita in attesa di giudizio: eccola l'aggravante della crudeltà.

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    1. Che il sistema giudiziario sia nel nostro paese messo male è verissimo, ma temo c'entrino poco i processi per omicidio. Le cause sono molteplici e riguardano mancanza di risorse, di personale, anacronistica geografia delle procure, mancata depenalizzazione dei cosiddetti reati bagatellari e altro. Una situazione ormai incancrenita che si trascina da decenni e che la politica, per intuibili motivi, non ha alcun interesse a risolvere.

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    2. Proprio come non ha interesse a risolverla la categoria mostruosamente straripante degli avvocati, se è vero come pare sia vero che ce ne sono di più nella sola Roma che in tutta la Francia.
      E invece di pensare ad un'oculata possibilità di depenalizzazione di alcuni reati, il che tra l'altro andrebbe ad alleviare almeno in parte la disumana e vergognosa situazione carceraria col suo numero crescente di suicidi, a livello governativo si opta per inventarne di nuovi: indimenticabile l'urgentissimo reato di rave party istituito dall'appena insediato governo Meloni, rivelatosi poi nient'altro che una bolla di sapone con i suoi, se ricordo bene, pochissimi indagati e zero condannati. In compenso nei confronti dei politici, come degli evasori fiscali, si sta mettendo in atto un lampante e osceno percorso di alleggerimento, possibilmente fino alla cancellazione della punibilità. Il tutto in un quadro di progressivo smantellamento di quella divisione dei poteri che avevamo sempre creduto laicamente sacra e inscalfibile.

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    3. Verissimo, Siu. Hai fatto una panoramica perfetta (e triste) dello stato delle cose.

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  2. Quello che causa sfiducia nella giustizia è quando un tribunale può giustificare la sua decisione e poi un altro di superiore ne giustifica la contraria.

    Una cosa non l'ho capita...: "Analizzando le immagini registrate durante le fasi dell’aggressione..." C'era una registrazione dei fatti?

    E un'altra cosa osservo da qui, Spagna: Ci sono, purtroppo, un numero elevato di femminicidi ogni anno. Come mai il caso "filippo-giulietta" è stato così mediatico? Di solito, in Spagna, si cerca di non far conoscere niente sugli assassini, oltre dei fatti principali nei primi giorni (era la sua coppia, il rapporto non era buono, ecc)

    podi-.

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    1. In Spagna non so, ma qui in Italia la spettacolarizzazione mediatica di fatti di sangue, con ritorni economici annessi, è pratica triste e diffusa.

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  3. Come sai, sono d'accordissimo. La gente non arriva nemmeno più a capire nemmeno la logica delle cose. Sembra che, se viene detto che ci sia stata inesperienza, si dà meno valore al delitto. Non so cosa scatta nella mente delle persone, sinceramente.
    Eppure, bastava leggere la prima parola: ergastolo.
    Non hanno cercato attenuanti, sono referti.
    In tanti sono cascati in questa cosa, tra cui anche qualche parente della vittima.

    Moz-

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    1. Vero. Tra l'altro pochi hanno notato che lo stesso avvocato della povera ragazza ha detto (questo era abbastanza scontato) che per lui l'aggravante della crudeltà c'era ma che la decisione dei giudici è comunque in linea con la giurisprudenza consolidata.
      Stamattina, tra l'altro, Giulia Bongiorno ha dichiarato sul Corriere della Sera che è stato dato un risalto inspiegabile a questo dettaglio a scapito della punto centrale, e cioè che Turetta ha avuto l'ergastolo senza attenuanti e che l'eventuale aggiunta della crudeltà non avrebbe cambiato di una virgola la sentenza.

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    2. Spero proprio che oggi in tanti e tante si siano svegliati con un po' di sant'ascanio in testa, dopo le sparate di ieri.
      Era tanto chiaro, sin da subito: ergastolo, senza attenuanti.
      La mente di chi cerca divisioni e indignazioni via social elude i concetti e si concentra su quello che, analfabetofunzionalmente, il cervello percepisce.

      Moz-

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    3. Speranza vana, temo. Vabbe'...

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