giovedì 3 aprile 2025

Dazi

Nella percezione collettiva la bomba dei dazi lanciata da Trump è una novità, una cosa che non si era mai vista prima. In realtà non è così. A noi sembra una novità perché ci colpiscono direttamente come mai era successo prima, ma tutte le amministrazioni americane del passato, chi più chi meno, hanno avviato guerre commerciali o sono state costrette a rispondere a guerre commerciali avviate da altri ricorrendo a queste gabelle. 

Li impose Lyndon Johnson nel 1963 sulla fecola di patate, il brandy e i furgoni europei in risposta a quelli imposti dall'Europa sui propri polli; li impose Clinton nel 1993 sul cashmere scozzese e i formaggi francesi e italiani in risposta a quelli europei sulle banane importate dal Sudamerica; li ha imposti Biden (dazi del 100%) sull'importazione di auto dalla Cina e così via.

Niente di nuovo sotto il sole, quindi. Il problema è che i dazi raramente hanno prodotto i benefici che chi li imponeva si aspettava. Anzi, quasi mai. L'esempio più eclatante sono i danni all'economia americana prodotti dai dazi che nel 2018, nella sua amministrazione precedente, Trump impose sull'importazione delle lavatrici, una misura che provocò un aumento del prezzo degli elettrodomestici per il bucato del 34% e fece salire l'inflazione al 21%. Nel 2018, quindi, Trump avviò una guerra commerciale che perdette

Adesso ci riprova "col ghigno e l'ignoranza del primo della classe", mi verrebbe da dire citando Guccini, e l'impressione è che, dilettantisticamente, Trump abbia lanciato una bomba senza avere la minima contezza degli effetti reali. Un po' come se dicesse: Io provo e vedo cosa resta in piedi. Da ciò che prospettano gli analisti, in piedi resterà ben poco.

17 commenti:

  1. Mi vien da dire "e a lui che je frega, i soldi non gli mancano". Forse un po' riduttivo, ma di sicuro lui personalmente non avrà difficoltà a fare la spesa... chissà quante uova riesce a comprarsi a settimana. 😁
    Sarei curioso invece di sapere come vivranno eventuali aumenti quelli che lo hanno votato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io penso che la soluzione sia lasciarlo governare sperando che non faccia danni irreparabili. Poi chi l'ha votato si accorgerà dell'errore e al prossimo turno lo manderà a casa.
      Un po' ingenuo, forse, ma ci si spera.

      Elimina
    2. Non ci sarà un prossimo turno. I presidenti americani possono stare al potere solo per 2 mandati

      Elimina
    3. Vero, anche se Trump sta spingendo per il terzo.

      Elimina
    4. emendare la Costituzione non è impresa facile. Basta solo che pochi Stati si oppongano per evitarlo.

      https://it.wikipedia.org/wiki/Costituzione_degli_Stati_Uniti_d%27America

      Elimina
  2. Chi l'ha votato se ne è già pentito.Era da immaginarselo,ne vedremo delle belle.Buon pomeriggio.Olga

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo che chi si è pentito sia la maggioranza, almeno per il momento. Ci vorrà ancora tempo, ma se la linea politica continuerà a essere questa, nel lungo periodo credo che molte cose cambieranno.
      Ciao Olga.

      Elimina
  3. Quello che mi disturba, oltre alla sostanza, è la prosopopea da crociato che va a liberare il santo sepolcro, la superbia di chi si finge nel giusto, l’arroganza del più forte.
    massimolegnani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono tutti suoi tratti caratteristici conosciuti fin dalla prima amministrazione. Purtroppo è stato votato ancora malgrado di conoscessero benissimo.

      Elimina
    2. Tu dici "malgrado", Andrea, ma io mi chiedo invece se la superbia, l'arroganza, la prosopopea ecc. che individua Massimo non sono proprio i motivi per cui questo tipo di personaggi piacciono e vengono votati e rivotati. E a quanto pare vale, ahimé, negli USA come da noi: avete visto forse calare il consenso al governo Meloni o la percentuale di quanti, evidentemente soddisfatti, lo rivoterebbero?

      Elimina
  4. i dazi son sempre esistiti, poi, visto che in occidente oltre che caporioni e mortidifame si era creata una classe media grazie alla quale angh'io ho usufruito di 50 anni di vita accettabile anche con vacanze estive al club med co moje fijj oltre che casa, auto, etc. allora i paraculi tirarono fori la parola globalizzazione che gli acculturati distribuivano dai vari pulpiti come atta a distribuire nel globo intero la democrazia, le ferie, la quattordicesima, le festività non godute, la pensione, l'assistenza medica, etc a tutti, specialmente a quelli che lavoravano 15 ore al giorno in cambio di un pugnetto di riso.
    Per me e per il mio partito degli under 70.000 era impossibile e ovunque andassi spiegavo che lo scopo finale della globalizzazione era quello di distribuire il pugnetto di riso a tutti e tornare a come si stava fino alla 2 guerra mondiale e cioè un 10 % di caporioni e il 90% di mortidifame, anche perchè non ci sono risorse sul pianeta per una classe media.
    Il bobbolo purtroppo si nutre di chiacchiere, però in occidente sta smettendo di figliare

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Analisi interessanti, non avevo mai inquadrato la questione da questo punto di vista :-)

      Elimina
  5. La sua idea non è che gli americani paghino di più per le cose che comprano in Europa ma che loro siano in grado di produrle (sebbene a un costo più elevato).

    podi-.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'intento di fondo è infatti quello di riportare la manifattura negli USA, operazione a detta tanti analisti impossibile.

      Elimina
  6. Personalmente non smetto di chiedermi se certi governi che sono piombati tra capo e collo a noi italiani e al mondo intero, intendo dire i loro esponenti, il pannocchia in testa, siano più incompetenti (diciamo pure scemi) o più cattivi.
    E di una cattiveria alla quale fino a non molto tempo fa avremmo stentato a credere ecco l'ultimo esempio:

    L'amministrazione Trump chiede alle grandi aziende europee di rispettare l'ordine esecutivo che vieta i programmi relativi alla diversità, l'equità e l'inclusione.
    L'ambasciata americana a Parigi e quelle in altri paesi europei hanno inviato una lettera ad alcune delle grandi imprese del Vecchio Continente spiegando che l'ordine esecutivo firmato da Donald Trump si applica anche alle aziende che sono fuori dagli Stati Uniti se forniscono prodotti e servizi al governo americano.
    Lo riporta il Financial Times che ha preso visione della missiva, nella quale è contenuto anche un questionario per attestare la conformità all'ordine del presidente.
    La lettera sembra segnalare - mette in evidenza il quotidiano - come l'amministrazione Trump sia intenzionata ad ampliare la sua campagna contro la diversità anche alle aziende non americane.
    (ANSA)

    Ma anche questa è passata, mi pare, con meno effetto di un bicchier d'acqua.
    Del resto, se niente si muove più nemmeno di fronte ai continui, feroci e disumani massacri dei Palestinesi, perchè stupirsi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti è così, tante cose che meriterebbero maggiore attenzione passano ormai nell'indifferenza generalizzata. Ma credo che sia anche un problema di impossibilità fisica di stare dietro a tutto. Viviamo immersi in un flusso di notizie costante e ininterrotto che travolge tutto e tutti e che toglie la possibilità di fermarsi a riflettere.
      A me piacerebbe poter commentare ogni cosa che leggo e che mi interessa, ma mi rendo conto che è impossibile.
      Per i media credo sia più o meno la stessa cosa. I flussi di notizie che arrivano da ogni dove sono così veloci che giocoforza non possono essere evidenziati tutti alla stessa maniera.
      Sono gli effetti deleteri del vivere nella società della velocità.

      Elimina

La nostra (dis)informazione

Fa sempre un po' tenerezza il modo propagandistico e parziale in cui nel nostro paese vengono raccontate le cose, anche se ormai dovremm...