Ciò che preoccupa di più, almeno a chi scrive, è che nel 2017 ci sia ancora bisogno di manifestazioni di condanna dei numerosissimi rigurgiti neofascisti di cui ogni giorno veniamo a conoscenza.
Sono passati più di settant'anni da quei fatti; un paese normale avrebbe già da tempo metabolizzato, fatto i conti con quell'antica vergogna.
Noi non solo non li abbiamo fatti, ma vivendo prigionieri in un paese in cui la memoria storica si ferma a cosa si è mangiato la sera prima, un paese che considera i libri alla stregua di soprammobili e in cui leader neofascisti vengono addirittura invitati in prima serata nel talk-show, ecco, finché vivremo in un paese così quei conti non li faremo mai.
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