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Il disfacimento di una leadership, di una compagine di governo e del suo "capo", non si evince solo da certi eloquenti segnali, ma anche da come i relativi house organ iniziano a sbranarsi tra loro. Stamattina il leggendario Giornale di Sallusti, specchio fedele del Berlusconi-pensiero delle ultime ore, se la prende col fronte sempre più ampio che vuole andare a votare.
Un fronte che parte da D'Alema e comprende "Fini, Casini, Di Pietro e Vendola". E che naturalmente comprende anche dei giornali: "Corriere, Repubblica e..." Libero! Libero? Proprio così, la guerra tra i due quotidiani berlusconiani, iniziata ormai un mesetto fa col passaggio di Feltri accanto a Belpietro, prosegue, tanto che stamattina Libero viene buttato nello stesso calderone in cui c'è Repubblica - probabilmente in seguito a quanto scriveva ieri il quotidiano di Belpietro.
A corredare il tutto, un pregevolissimo articolo a firma Salvatore Tramontano, in cui si spara ad alzo zero contro tutti i cattivoni che vorrebbero andare a votare convinti che sia l'unica soluzione per togliere il paese dall'impasse. La cosa curiosa è che il prode articolista finge di dimenticarsi di menzionare l'unico partito e l'unico leader che le elezioni non le chiede da oggi, ma almeno dall'estate scorsa, se non prima: la lega di Bossi. Come avrà fatto a dimenticarsi?
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