Se quanto anticipato dalla stampa sulle imminenti rivelazioni di Wikileaks corrisponde a verità, pare che tra gli imbecilli, all'epoca, ci fosse anche il Dipartimento di Stato americano.
Quando il premier ricorse a tale terminologia, in Via Veneto [sede dell'Ambasciata americana a Roma, ndr] fecero un sobbalzo, il Dipartimento di Stato ne venne subito informato e vi furono ulteriori scambi di comunicazioni. La Casa Bianca decise però di non far trapelare la vivace irritazione per non incrinare i rapporti con un alleato molto importante su più scacchieri, dal Libano all'Afghanistan. È sufficiente varcare la soglia del Dipartimento di Stato per rendersi conto che la vicenda ha lasciato il segno, al punto che alcuni diplomatici si spingono fino a descrivere il premier italiano come «ad alto rischio», perché «chi vi si avvicina non ha idea di cosa può avvenire, delle conseguenze politiche possibili».
Secondo i diplomatici "chi vi si avvicina [a Berlusconi, ndr] non ha idea di cosa può avvenire". Sarebbe bastato che avessero chiesto a noi.
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