Alla fine è stato squarciato il velo di mistero che da giorni aleggiava attorno a questa inchiesta. La domanda che un po' tutti si facevano - ma Berlusconi è indagato? - ha finalmente avuto risposta. Sì, è ufficialmente indagato dalla procura di Trani. La Stampa si spinge addirittura oltre, indicando nei dettagli i presunti reati per i quali sarebbe sotto indagine: "I reati contestati sono due: 317 Codice penale, ovvero concussione. L'altro reato è l'articolo 338 del Codice penale: Art. 338 Violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario. Chiunque usa violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica Autorita' costituita in collegio, per impedirne in tutto o in parte, anche temporaneamente o per turbarne comunque l'attivita', e' punito con la reclusione da uno a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto per influire sulle deliberazioni collegiali di imprese che esercitano servizi pubblici o di pubblica necessita', qualora tali deliberazioni abbiano per oggetto l'organizzazione o l'esecuzione dei servizi". I riferimenti sono ovviamente alle presunte pressioni esercitate dal premier per fare chiudere Annozero, Ballarò, ecc...
Nonostante i titoloni dei giornali, che tendono a enfatizzare molto questo aspetto, a mio avviso non è tanto importante se Berlusconi sia indagato o no e la gravità degli eventuali illeciti. Quello che è veramente grave è semmai il fatto che un capo di governo concordi con il direttore del principale telegiornale della tv di stato gli editoriali da mandare in onda e in che "modo" devono essere mandati in onda, e in più faccia pressioni, come sembra ormai evidente, su organi di garanzia, che per loro natura dovrebbero essere imparziali, per sollecitare la chiusura di trasmissioni scomode. Ora, è risaputo che gli uomini in Rai li hanno sempre piazzati i partiti, sia che governasse la destra o la sinistra, ed è altrettanto risaputo che le telefonate e i contatti tra questi e i politici sono sempre stati una cosa normale (nel nostro paese). Ma qui, forse, si è andati un bel po' oltre le normali telefonate per suggerimenti, lamentele, ecc. - uno dei capi d'imputazione è appunto violenza e minacce. Ed per questo che le reazioni, non solo del premier, sfiorano in certi casi il ridicolo.
"Scandalizzato perché a Trani ci sono state palesi violazioni di legge: è una iniziativa grottesca", è partito in quarta il premier. Peccato che non dica quali sarebbero queste "palesi violazione di legge", perché sarebbe stato interessante saperlo. Che non lo sappia neanche lui? "...è un diritto del presidente del consiglio di parlare al telefono con chiunque senza essere intercettato anche surrettiziamente come avvenuto qui", continua. Certo, sarà pure un suo diritto parlare al telefono con chi vuole, ma tra il "diritto" e l'"opportunità" un filino ce ne corre; e poi, come abbiamo già visto, mica era il suo telefono a essere intercettato, ma quello di Innocenzi; se lui lo chiama è normale che gli investigatori ascoltino anche Berlusconi, ma questo l'avevamo già visto, inutile tornarci sopra. "In piazza per 'difendere la democrazia' contro 'il gioco sempre più scoperto e pericoloso che vede alleati la sinistra, i suoi giornali e i magistrati politicizzati della sinistra'". Il refrain comincia a sfiorare il patetico, ma si sa, i berluscones con questi proclami ci vanno a nozze. La cosa curiosa è che non si capisce bene cosa vadano in piazza a fare sabato prossimo. Lui dice "per difendere la democrazia". Curiosa questa cosa: un capo di governo che si adopera sottobanco per far chiudere alcune trasmissioni scomode va in piazza per la difesa della democrazia. Ormai siamo talmente abituati a farci raccontare le cose alla rovescia che non ci facciamo neppure più caso.
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