Ricordate la vicenda del suggerimento di Latorre a Bocchino? Lo so, su episodi di questo genere - che hanno abbandonato la cronaca per finire nel grottesco - non bisognerebbe insistere più di tanto, ma gli sviluppi sono comunque interessanti se non altro perché svelano in tutta la loro drammaticità (e tristezza) le meccaniche della politica nostrana. Breve riassunto.
Siamo in uno studio televisivo di La7, e qui tre politici di primo piano discutono dell'ormai ridicola vicenda della nomina alla presidenza della commissione vigilanza Rai. I soggetti sono: Nicola Latorre (Pd), Italo Bocchino (Pdl) e Massimo Donadi (IdV). Come documenta chiaramente questo video, ripreso anche da Striscia, Latorre (Pd) prende un pezzo di carta (il "pizzino"), ci scrive alcune cose e poi lo passa quatto quatto a Bocchino (Pdl), il quale nel frattempo si trova alle prese col non facile compito di controbattere a un loquace e battagliero Donadi (Idv). Cosa c'è scritto su quel "pizzino"? Il video trasmesso da Striscia ipotizza che Latorre abbia scritto nel suddetto pezzetto di carta alcuni suggerimenti diretti a Bocchino (evidentemente a corto di argomentazioni) per tentare di trarlo d'impaccio. E infatti, come si vede chiaramente nel video, non appena Bocchino riceve il biglietto chiede subito la parola.
Ovviamente, il giorno dopo, il buon Bocchino replica stizzito alle accuse che gli vengono rivolte di essersi fatto aiutare dal "nemico", e dice senza mezzi termini che quel foglietto gli è stato passato da Latorre per prendere appunti. Ma il bello viene adesso, perché Latorre, dopo aver strapazzato il foglietto, l'ha imprudentemente gettato in terra, da dove è stato raccolto da qualche addetto alla fine della trasmissione. Ed ecco il famoso reperto:
Ora, non so se la cosa è sufficientemente chiara, ma ci troviamo in presenza di un esponente dell'opposizione che cerca di aiutare un esponente della maggioranza ad argomentare contro un altro della stessa opposizione. Ma perché è accaduto questo? Per il semplice motivo che né maggioranza né opposizione (in questo evidentemente non molto dissimili) mandano giù il fatto che una tale carica sia occupata da un esponente dell'Italia dei Valori, e cioè quel Leoluca Orlando caldeggiato proprio dall'IDV. Come si può infatti concepire che un esponente dell'unico partito che può a tutti gli effetti definirsi "opposizione" occupi un tale posto? Vale la pena ricordare che il presidente della commissione vigilanza Rai non è una carica di poco conto, perché quella commissione rappresenta - almeno figurativamente - il simbolo delle mani dei partiti sulla Rai, la tv di stato.
Converrete con me che tutta la scena fa schifo, sia per quello che nello specifico ha rappresentato, sia per quello che più in generale rappresenta. Che senso ha, ad esempio, dopo episodi simili fare distinzioni tra destra e sinistra? Come si può pensare che centrodestra e centrosinistra possano venir classificati in questo modo? Quale è la discriminante tra i due schieramenti?
Latorre è un rappresentante di spicco dell'opposizioe, o almeno di quello che ne resta, un'opposizione che in campagna elettorale si è sempre dipinta come l'alternativa al centrodestra, al cosiddetto "berlusconismo". Sarebbe interessante sapere cosa potrebbe raccontare agli elettori dopo questo episodio. In un paese normale, forse, un politico che palesemente non rappresenta più i suoi elettori si scuserebbe, prenderebbe le sue cose e toglierebbe il disturbo.
In un paese normale.
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Perfettamente d'accordo che tutta la faccenda fa schifo. Però IdV poteva anche proporre qualcun'altro. In fondo, Orlando è pur sempre stato condannato per diffamazione. Per alcuni, questo non è un reato serio. Secondo me, il presidente della commissione vigilanza Rai non può essere un condannato per diffamazione. E' come se in parlamento sedessero persone condannate per corruzione. (Oops! Stavolta l'ho detta grossa.)
RispondiElimina> (Oops! Stavolta l'ho detta grossa.)
RispondiEliminaGuarda, sono sincero, io non avrei niente in contrario se Orlando venisse inserito nella famosa lista "Parlamento Pulito".
Ma dei distinguo sono comunque necessari. La quasi totalità degli appartenenti a quella lista ha una condanna per reati che riguardano la moralità pubblica (frode, falso, corruzione, ecc...),
Reati che, come scrive anche Travaglio, specialmente per chi amministra la cosa pubblica sono sicuramente molto più gravi di una diffamazione rimediata a un comizio.
Che senso ha, ad esempio, dopo episodi simili fare distinzioni tra destra e sinistra?
RispondiEliminainfatti io nn distinguo più destra e sinistra, ma cerco di farlo tra persone oneste e non oneste: questo mi porta a votare IdV, anche se nessuno di quelli che conosco pare sia d'accordo con me :(
Purtroppo questa settimana ho avuto molti impegni e in più ero stanca, per cui non ho potuto parlare di quest'argomento, cosa che mi dispiace.
RispondiEliminaE' un episodio che dimostra quanto affermiamo spesso, cioè che questa politica è solo uno squallido teatrino, utile alla Casta per mantenere le proprie inamovibili posizioni. Tutto questo non mi sorprende, purtroppo, però m'indigna e il mio disincanto ha ormai raggiunto vette oltre le quali non è possibile procedere.
Saluti.