sabato 22 novembre 2008

Forse il tempo passato online non è tutto tempo perso

Non càpita spesso che venga pubblicato uno studio di questo genere, e quindi, forse, vale la pena segnalarlo. Anche perché è prassi consolidata dei media dipingere internet come l'origine di tutti i mali, un luogo pericoloso e perverso che conduce fatalmente chi lo frequenta alla perdizione. Per non parlare poi dei rischi di assuefazione e dipendenza, come se internet fosse esclusivamente una droga o una malattia.

Certo, il suo abuso può portare a conseguenze a volte anche piuttosto spiacevoli, ma questo accade in tutti i campi e con tutte le cose se non si adotta qualche regola dettata dalla prudenza e dal buon senso. La BBC ha ad esempio pubblicato ieri i risultati di uno studio, durato tre anni (qui ne parla il Corriere), che ha dimostrato che i ragazzini che fanno regolarmente uso di internet ne ricevono un beneficio, sia per la crescita che per lo sviluppo.

La conclusione è che, al di là dei luoghi comuni, viaggiando nel cyberspazio i ragazzini imparano molte cose:«Acquisiscono le capacità tecnologiche e tutte le abilità di cui hanno bisogno per avere successo nel mondo contemporaneo» ha spiegato la dottoressa Mimi Ito, autrice del report. Perché saper comunicare online è importante, come pure essere in grado di creare una propria identità o una home page, oppure postare dei semplici link, «tutte cose che 10 anni fa ci sembravano complesse, ma che i giovani d’oggi danno praticamente per scontato», ha detto ancora la Ito. E per loro è assolutamente normale anche incontrare gli amici sulle pagine di MySpace o FaceBook anziché al bar o al parco. Come a dire che l’Internet è la piazza del 21esimo secolo, dove i giovani si riuniscono per chiacchierare, scambiare e condividere esperienze ed emozioni, e dove – in più – hanno anche a disposizione gli strumenti per approfondire le proprie passioni e dare sfogo alla propria creatività.

Insomma uno studio che dà un calcio a parecchi dei luoghi comuni tanto in voga quando si parla di internet, e che fa stare più tranquillo anche me (anche se io tranquillo lo ero comunque) quando vedo le mie figlie chattare su Messenger.

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