mercoledì 30 settembre 2009

Intanto nel Pd... si continua a litigare

Se i rapporti all'interno della maggioranza non sono certo idilliaci, per tutta una serie di motivi più o meno noti (la vicenda della rissa ai gazebo è solo la punta dell'iceberg), sulla sponda opposta le cose vanno, se è possibile, ancora peggio. Il Partito Democratico, la presunta alternativa, quello che in teoria dovrebbe prendere la guida del paese (no, non ridete) in caso si verifichi qualche "scossone" - parole di D'Alema di qualche tempo fa -, è infatti alle prese con una sorta di guerra intestina al cui confronto le beghe della maggioranza sono scaramucce di ragazzini. Berlusconi ha detto un paio di giorni fa: "staremo al governo per sempre", forse una delle poche cose giuste mai uscite dalla sua bocca. Ma cos'ha questo Pd che non va?

Come probabilmente sapete, nell'immediato futuro ci sono un paio di scadenze piuttosto importanti: un congresso l'11 ottobre e le primarie per la designazione del segretario nazionale - in corsa Bersani (al momento in vantaggio), Franceschini e Marino - il 25. Ecco, diciamo che il cammino verso queste due scadenze, in particolare la seconda, non si sta svolgendo certo sul velluto. Tra le beghe più grosse scoppiate recentemente, c'è ad esempio la questione Rutelli, il quale ha dichiarato appena ieri che starebbe seriamente valutando l'idea di abbandonare il partito in quanto in procinto di spostarsi troppo a sinistra. (?) Sì, avete capito bene. E d'altra parte è lui stesso a dichiararlo:

Se il Pd dovesse "andare a sinistra - ammonisce Rutelli - alla ricerca di porti magari più sicuri per qualcuno, tradirebbe le sue ragioni fondative", sarebbe destinato a vedere i propri consensi ridotti e non in grado di contendere alla destra il governo del Paese: in una parola significherebbe il fallimento dell'intero progetto Pd.

Ora, per carità, io non ho certo la competenza politica di Rutelli, ma a me pare che questa cosa sia un'emerita cretinata. Come fa Rutelli a pensare che una direzione troppo a sinistra, qualunque cosa voglia dire, danneggi il partito e vada addirittura contro il "progetto Pd"? E quale sarebbe poi questo progetto? Ci piacerebbe saperlo perché finora non si è visto granché. E poi, evidentemente, a Rutelli sfugge il fatto di non poco conto che se alle ultime europee il Pd è uscito con le ossa rotte, magari uno dei motivi principali è proprio questo: non essere né carne né pesce, e soprattutto non essere ancora riuscito - il Pd - a identificarsi come partito realmente a sinistra e in grado di fare opposizione nel vero senso della parola a questa specie di destra. Ecco, per Rutelli, che evidentemente all'epoca delle europee si trovava altrove e che attualmente pare stia flirtando con Casini, se qusta condizione si verificasse sarebbe un danno. A questo punto, converrete con me che l'unico danno reale che può subire il Pd è che Rutelli rimanga.

Ieri altra tegola, sempre per restare nel solco delle diatribe interne precongressuali che tanto bene stanno facendo al partito: Filippo Penati, coordinatore della mozione Bersani, il candidato segretario attualmente in testa nei sondaggi, ha messo in discussione senza mezzi termini la leadership di Franceschini, tutto ciò anche alla luce dei sondaggi precongressuali. Apriti cielo! Franceschini, in preda a un travaso di bile, ha risposto a stretto giro dicendo che il segretario è lui, poche storie. Poi la decisione di sconvocare la segreteria, che doveva riunirsi oggi assieme ai responsabili delle mozioni congressuali per discutere la linea politica del partito in vista delle prossima scadenze.

Insomma, nel Pd sono in guerra, e continuano pervicacemente a restare invischiati nelle loro beghe interne mentre fuori la maggioranza se ne va tranquillamente a militarizzare la Rai e a fare scudi fiscali alla faccia di chi ha sempre pagato tutte le tasse fino all'ultimo euro. Ecco, il Pd di fronte a tutto questo cerca di non disturbare, di fare piano, di non alzare troppo la voce, non si sa mai che qualcuno si accorga che esiste...

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