Leggo sul sito dell'Ansa che tra gli ospiti saranno presenti:
- monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense
- don Fortunato di Noto (fondatore dell'associazione Meter)
- il matematico Piergiorgio Odifreddi, autore di Perché non possiamo essere Cristiani
- Colm O'Gorman, il giornalista autore di Sex, Crimes and Vatican
Personalmente penso che alla fine, nonostante il can can di questi giorni, verrà fuori una trasmissione "normale": Santoro non sbranerà Fisichella, per intenderci. Quello che comunque alla fine conterà, e avrà il suo peso, sarà la capacità di entrambe le parti di argomentare la discussione con tesi valide senza scadere nel becero beccarsi a vicenda senza spiegazioni, tipico di certe trasmissioni di Bruno Vespa.
Sul video ormai sappiamo tutto: ci sono al suo interno casi documentati di abusi sessuali, perpetrati da esponenti del clero cattolico, mischiati ad alcuni errori e inesattezze relativi per esempio al coinvolgimento di Ratzinger come garante del Crimen Sollicitationis.
Insomma, speriamo che una volta chiariti i punti controversi del filmato, il documentario stesso sia l'occasione di un sano e costruttivo dibattito in cui la Chiesa riesca ad ammettere serenamente le colpe di alcuni suoi "figli", facendosi garante magari di una maggiore forma di consapevolezza verso il "problema".
Ne riparleremo comunque prossimamente.
Sembra che Santoro abbia già agito da furbone, nel senso che non ha voluto in trasmissione la persona più preparata a proposito di tutte queste faccende, cioè Massimo Introvigne.
RispondiEliminaE alcuni sostengono che monsignor Fisichella non sia troppo adatto, essendo un teologo e non un esperto di diritto canonico.
Ultime notizie, appunto, e mi limito a riportarle senza commentare. :)
Ah, ok, non sapevo questa cosa. Ho cercato qua e là qualche notizia sulla trasmissione di stasera e ho trovato solo il sito dell'Ansa che ne parlava.
RispondiEliminaBeh, a questo punto non rimane che vedere cosa verrà fuori...
Ciao. :)
Devo ancora vedere la puntata registrata. Devo dire che questa levata di scudi (di giornalisti, politici e alcuni vaticanisti) però mi sconcerta un po'. Inoltre il documentario originale della BBC può darsi (concordo) che sia stato sbrigativo nel rappresentare il ruolo di Ratzinger e i contenuti del documento. È fuor di dubbio che Ratzinger non l'abbia scritto, è fuor di dubbio che l'abbia supervisionsato, avallato od inoltrato quando presiedeva l'Uffizio, è fuor di dubbio che il documento trattava di un argomento più generale e non solo di pedofilia, in connessione con il sacramento della confessione e con il diritto canonico.
RispondiEliminaDa qui ad assolvere la chiesa ce ne passa. Parlo di una questione morale: il documento parla esplicitamente di abusi su minori, e non una parola è spesa per pensare a come salvaguardare quei bambini ed altre potenziali vittime. Trovo moralmente deprecabile, secondo i miei personalissimi e certamente ereticanti principi morali, che sia più importante il sacramento della confessione o il diritto canonico che la preoccupazione di evitare che nuove vittime innocenti siano esposti agli abusi dei sospetti pedofili. Se non c'è indicazione esplicita di ripepretare tutto, non c'è nemmeno menzione esplicita di come agire per proteggere nuove potenziali vittime.
Che i vescovi (i vescovi) abbiano agito come hanno agito perché mossi da quel documento piuttosto che di propria iniziativa non posso certo saperlo, e per questo gli spettatori possono giudicare. Fatto sta che nel concreto quei vescovi hanno avuto pochissimi dubbi e hanno preso i sospetti (o certi) pedofili e hanno fatto loro il piacere, spostandoli in altre parrocchie, di mettere a loro disposizione intere nuove comunità di ragazzini, presso famiglie tutte all'oscuro dei passati trascorsi del prelato. Talune volte il sacerdote fu spostato più di una volta, quando chiaramente era ormai certo che pedofilo lo fosse.
Vorrei chiedere a tutti coloro che si stracciano le vesti se siano d'accordo che la salvaguardia del diritto canonico e del sacramento confessionale giustifichino l'operato di suddetti vescovi, o se la salvaguardia dei ragazzini non sia da considerarsi un bene morale più prezioso da salvaguardare (leggete: i vescovi avrebbero dovuto assicurarsi prima di tutto che i pedofili, anche qualora preti, fossero assicurati al più presto alla giustizia per far luce e prevenire nuovi ipotetici abusi).
Posso fare un paragone con come ci comporteremmo se si fosse trattato di una istituzione pubblica. Proviamo a immaginare una situazione ipotetica: decenni orsono un sottosegratario al ministero della pubblica istruzione trasmette una circolare a tutti i provveditori agli studi e ai presidi su come gestire varie situazioni interne tra le quali, tra le tante, casi di abusi su minori da parte di insegnanti di ruolo. Tutte le misure indicate sono da tenersi nella più massina riservatezza e segretezza, senza che informazioni trapelino al di fuori delle scuole e del ministero.
Nessun ministro successivo fa nulla, tutti i sottosegretari fino ad una certa data supervisionano, ratificano e inoltrano la stessa circolare, oppure ne sono semplicemente a conoscenza. Un bel giorno si scopre che per anni molti provveditori, quando informati su reati di pedofilia da parte di insegnanti, presunti tali o solo sospetti, li spostano di scuola in scuola. Talvolta, spostano lo stesso insegnante più volte dopo che le accuse vengono fatte in sedi diverse.
La magistratura, senza il minimo aiuto o sostegno di alcun insegnante, preside, provveditore, sottosegretario o ministro scoperchia il tutto: gli abusi, i trasferimenti, appura numerosi casi di pedofilia da parte degli insegnanti.
Io adesso mi chiedo se non si creerebbe uno scandalo nazionale. Invece siccome si tratta della chiesa, allora gli immorali o i vigliacchi diventano i giornalisti. O comunque si cerca ogni argomento per minimizzare l'accaduto.
Io non discuto che si sia trattato di casi individuali. Sono sconcertato dalla poca volontà e disponibilità a chiarire da parte di una parte della gerarchia ecclesiastica, soprattutto per chiarire il ruolo dei vescovi. Non metto in discussione che ci siano responsabilità e responsabilità, ma il giudizio morale, soprattutto finché la chiesa continuerà a fare la vittima, per me resta inequivocabile. A meno di una ripresa della discussione aperta, come quella che personaggi come monsignor Fisichella sarebbero probabilmente disposti ad affrontare con trasparenza.
Se poi il documento fosse veramente ineccepitibile per la chiesa, mi chiedo come mai la chiesa invece di renderlo noto da subito per difendersi e chiarire la propria posizione abbia invece aspettato che qualche giornalista lo "rubasse" di soppiatto.
Dunque, Schrodcat, replico al tuo commento sinteticamente, altrimenti se dovessimo analizzare punto per punto faremmo notte (non che mi dispiacerebbe, per carità, è che purtroppo ho un pò da fare).
RispondiEliminaIl documentario, come ho già detto, contiene alcune inesattezze piuttosto evidenti (quelle che ho anche evidenziato nel mio post). I singoli casi descritti sono invece reali e facilmente riscontrabili girando un pò in rete.
Va inoltre giustamente ricordato che la pedofilia all'interno dell'ambiente ecclesiastico riguarda una sparuta minoranza di suoi componenti. Questo, naturalmente, non giustifica niente: anche se ci fosse un solo prete pedofilo sarebbe sempre uno di troppo. E non solo riguardo ai preti, perché della piaga della pedofilia fanno parte esponenti di tutte le classi sociali: medici, avvocati, imprenditori, commercianti, padri di famiglia, ecc...
Ora, ammettiamo che sia vero - come anche ripetuto da mons. Fisichella nella trasmissione di Santoro - che la Chiesa si stia impegnando attivamente per cercare di contrastare questa piaga e che tutti i documenti a partire dall'arcinoto Crimen et Sollicitationis siano stati concepiti con lo scopo di salvaguardare le vittime di questi abusi. Beh, finora non mi pare comunque che la chiesa si sia prodigata più di tanto per tentare di arginare il fenomeno. Anzi, come piuttosto ben documentato dal video della BBC, dalle Iene un paio di anni fa, dalla storia di don Cantini e dal fatto che dal 2001 ad oggi su circa 1000 segnalazioni di presunti abusi sessuali con protagonisti preti siano stati avviati solo 10 processi, pare evidente di come la chiesa abbia rivolto le sue energie a tentare di coprire e insabbiare piuttosto che cercare di contrastare il fenomeno.
Ecco secondo me qual'è stato il suo vero errore. Tutte le questioni del presunto coinvolgimento o meno di Ratzinger in questa storia sono a mio parere solo fumo negli occhi per tentare di distogliere l'attenzione dal vero problema, e cioè i tentativi della chiesa di coprire piuttosto che contrastare.