sabato 19 dicembre 2009
Quando gli altri siamo noi
Leggendo questo articolo del Guardian dell'altro ieri, ho provato per la prima volta la sgradevolissima sensazione di trovarmi dall'altra parte. Cioè, solitamente siamo noi, italiani, europei e paesi democratici in genere, a scrivere e a raccontare di come nei paesi a democrazia limitata si mettano in atto politiche restrittive verso internet.
Ecco, adesso "gli altri" siamo diventati noi.
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questi giornali chiaramente di sinistra scrivono un sacco di balle.
RispondiEliminagli inglesi dovrebbero pensare alla loro politica comunista invece di dare fastidio a noi.
se questo articolo fosse stato scritto in Italia il giornale sarebbe stato chiuso e il capo redattore arrestato.
il giornale sarebbe stato chiuso e il capo redattore arrestato.
RispondiEliminaCerto, in coerente ossequio alla libertà di espressione propria di un paese democratico.
Non mi meraviglio che chi lascia questi commenti nel mio blog in cuor suo si vergogni a tal punto da farlo rigorosamente sotto anonimato.
il testo di quel giornale è in violazione palese della prima direttiva stabilita dal Comitato esecutivo nazionale per la supervizione sulla ragion di Stato meglio nota come C.e.n.su.ra.
RispondiEliminail reato contestato è
- oltraggio alla sacralità del Governo
- eterodossia dai principi dell'amore
- empietà pubblica e manifesta nei confronti della Santita del Presidente del Consiglio.
Il commento qui sopra, invece, così come il primo (19 dicembre 2009 21.10), è in palese violazione della prima direttiva stabilita dal testo unico sul buon senso in rete. Quella che raccomanda di assicurarsi, prima di mettere le dita sulla tastiera del pc, che il cervello sia acceso e funzionante.
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