Alla fine il celebre romanzo di Amos Oz non mi ha entusiasmato più di tanto, e le aspettative che mi ero creato leggendo pareri favolistici in rete sono state in parte disattese. Certo, rimane comunque un bel romanzo, scritto divinamente, e non guasta il fatto che attraverso di esso si ripercorrano ampi stralci della storia della Palestina, sia nell'epoca del protettorato inglese che a partire dalla suddivisione del territorio per mano delle Nazioni Unite, a metà degli anni '40, in due parti con la fondazione dello stato di Israele e relativa guerra civile, innescata dagli arabi da sempre contrari all'attuazione del progetto.
Accanto a pagine di rara bellezza narrativa ce ne sono altre in cui la prolissità si fa importante, specie nella prima parte del romanzo, quasi esclusivamente dedicata alla storia delle varie migrazioni (Polonia, Romania, Russia, Stati Uniti) di genitori, nonni e bisnonni dell'autore nella sconquassata Europa pre Seconda guerra mondiale. Voto? Diciamo sette meno meno, via. Ah, dopo aver letto il libro si sa tutto su Begin e Ben Gurion, e per chi è un po' appassionato di storia è certamente cosa buona.
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