La nave Acquarius non salverà più nessuno nel Mediterraneo, dopo che il governo italiano ha fatto di tutto, riuscendoci, per neutralizzarla. Salvini esulta. "Meno sbarchi, meno morti", dice gongolante, come se a lui fregasse qualcosa dei poveretti che lasciano la pelle nella traversata.
Naturalmente non è vero niente che al calare degli sbarchi corrisponda un calo dei decessi in mare, ma è vero il contrario. Lo dicono i numeri. I numeri non si interpretano, non si prestano ad ambivalenze, è molto difficile estrapolarli ad arte da un contesto per far credere qualcosa, i numeri si leggono come sono e raccontano la realtà, e la realtà è che dall'adozione della politica dei porti chiusi i morti in mare sono aumentati. Il resto sono chiacchiere.
Non stupisce che lui continui a raccontare il contrario. Capovolgere la realtà, storpiarla, cambiarla in modo da irrobustire e ampliare il suo consenso elettorale ha sempre rappresentato il suo modo di agire. E non stupisce neppure che con questa balla, odiosa oltre misura in quanto propalata sulla pelle di chi muore, possa così vestire i panni del salvatore, dell'eroe buono che fa sì che grazie al suo operato tanta gente non muoia più in mare.
Meno sbarchi, meno morti, dice, tra un post con gattini e una foto di un piatto di spaghetti con ragù in scatola.
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