martedì 5 maggio 2015

Da scuola a caserma (senza ritorno)

Ho dato un'occhiata ai punti principali previsti nella riforma della scuola targata Renzi. Tra le tante, due sono le storture che saltano subito all'occhio: la prima è la balla dei 100.000 e rotti insegnanti che dal biennio 2015/2016 avranno, ci raccontano, un contratto a tempo indeterminato, ossia usciranno finalmente dal precariato. Innanzitutto, da questi 100.000 vanno tolti i 23.000 insegnanti dell'infanzia, che resteranno precari in quanto per loro non è prevista alcuna forma di stabilizzazione, in più i sindacati denunciano che altri 80.000 docenti, inseriti in seconda fascia, non saranno neppure loro toccati da alcuna stabilizzazione. Altro punto controverso, è quello della trasformazione dell'istituto scolastico in una caserma, come già hanno scritto molti. Il preside avrà praticamente diritto di vita e di morte, compresa la facoltà di aumentare lo stipendio agli insegnanti più meritevoli, ovviamente a suo insindacabile giudizio. Contemporaneamente, si avrà una notevole perdita di peso di altri organi, come il consiglio d'istituto e il collegio dei docenti, ai quali, in pratica, rimarrà solo il potere consultivo (in sostanza, si ascolterà all'occorrenza il loro parere, ovviamente non vincolante, ma la decisione finale sarà comunque del dirigente scolastico).
Credo che non sia un caso che agli scioperi di queste ore partecipino anche molti presidi, e mi pare che la paventata trasformazione della scuola in caserma abbia un certo non so che di eufemistico

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