sabato 9 maggio 2015

I saluti a Milliband e soci

Leggo che chi ha perso le elezioni in Inghilterra si è dimesso. Una scelta condivisibile, perché quella di Miliband e soci non è stata una sconfitta di misura, di quelle che autorizzino a pensare che si possa ancora salvare qualcosa, no, è stata una botta di quelle che indicano che la gente non vuole più saperne di te, e allora tutti a casa.
Ecco, vedi queste cose e pensi, qui da noi, ai Gasparri, ai D'Alema, a tutta quella pletora di personaggi squallidi e insignificanti che stanno da 20 o 30 anni barricati là dentro. Ma chi rappresenta uno che sta da sei lustri in parlamento? Quale cittadino può sentirsi rappresentato da un dinosauro? (Lui e D'Alema sono due nomi a caso, il parlamento pullula di gente che ha messo su casa là dentro.)
E, in ultima analisi, perché io devo continuare ad andare a votare con la certezza che non esiste nessun modo di farli schiodare da lì? Credo che la politica inglese, che è una politica con la P maiuscola, ci abbia dato una grande lezione, anche se a dare lezioni a noi non è che ci voglia granché.

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