Anni fa sono stato qualche giorno a Graz, nel periodo in cui mia figlia maggiore svolgeva là l'Erasmus universitario. A Graz, che conta 330.000 abitanti, il limite dei 30 km/h esiste dal 1992 ed è una città in cui le biciclette sono molto più numerose delle macchine e il sistema di trasporti pubblici efficientissimo.
Altre grandi città europee in cui il limite dei 30 km/h esiste già da anni sono Londra, Nantes, Bilbao, Zurigo, Edimburgo, Helsinki, Valencia, Bruxelles, Amsterdam, Barcellona, Madrid, e tutti gli studi fatti dimostrano che queste città hanno avuto ricadute positive sotto ogni punto di vista: incidenti, gravità degli stessi, inquinamento, traffico, rumore; senza contare l'aumento del ricorso ai mezzi pubblici e all'uso delle biciclette.
Quindi, sinceramente non capisco tutte le polemiche dopo la decisione del comune di Bologna di fare altrettanto.
Uno studio di OMS e FIA ha calcolato queste probabilità:
RispondiElimina- 30 km/h: reazione del conducente dopo 21 metri, distanza di frenata 9 metri, probabilità di sopravvivenza del pedone 90%;
– 40 km/h: reazione del conducente dopo 28 metri, distanza di frenata 17 metri, probabilità di sopravvivenza del pedone 70%;
– 50 km/h: reazione del conducente dopo 35 metri, distanza di frenata 28 metri, probabilità di sopravvivenza del pedone 15%.
E' una ricerca statistica svolta con tutti i criteri. E penso che la scelta del limite a Bologna (e tante altre città prima di lei) si basi su questo. Non è una cosa "di pancia" o di strani interessi occulti.
Casomai è chi contesta la scelta che, secondo me, ragiona troppo "di pancia".
Strano, perché il maggiore contestatore di questa scelta è notoriamente uno che non ha l'abitudine a ragionare di pancia.
RispondiElimina(Sono ironico, ovviamente.)
:D (Y)
RispondiEliminaCi sta anche che i trenta all'ora per le auto vogliano incentivare l'uso delle bici. E ci sta che a Roma sia più complicato a meno che non si incentivizzino anche gli steroidi a prezzi stracciati.
RispondiEliminaA Roma non serve nessun limite, dal momento il limite stesso è dato dal volume di traffico :-)
RispondiEliminaLa maggior parte di chi protesta non lo fa "di pancia"; chi protesta lo ha provato ed è una cosa assurda. Magari le intenzioni di base, supportate dalla statistica, sarebbero anche buone ma nella pratica è un disastro. Ritardi a catena (bus e corriere comprese), sofferenza dell'auto sul lungo percorso (e Bologna di viali ne ha chilometri). La gente la vive come un'imposizione ridicola e inutile.
RispondiEliminaSabato ho attraversato in moto due paesi qui dell'entroterra teramano. C'era il 30 all'ora accompagnato da un cartello con la scritta: "Rallenta. In questo paese i bambini giocano ancora per strada"
RispondiEliminaNon so quanto la cosa sia applicabile in una grande città. Ma sarebbe una bella utopia.
PS: Sui lungomare abruzzesi oramai il 30 è un po' ovunque. In auto lo riesco a tenere con la terza e giusto giusto un filino di pedale. Nulla di più. Non penso che l'auto vada in sofferenza. Salvo qualche problema all'impianto di raffreddamento, naturalmente. Sulla gestione del traffico, invece, lascio volentieri la valutazione e lo studio del problema ad urbanisti e ingegneri specializzati. Ma non ho mai visto nell'andare piano una causa agli intasamenti. A patto che tutti vadano piano, naturalmente. Se ne discuteva anche qualche anno fa quando volevano mettere il 150 su alcune autostrade.
I mezzi pubblici, poi, saranno tenuti a riprogrammare gli orari. Ma penso che quello sia l'ultimo dei problemi dell'urbanistica.
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