Sto leggendo in questi giorni In quelle tenebre, della giornalista inglese Gitta Sereny. È un libro che fu pubblicato originariamente nel 1974 (si sono poi succedute varie edizioni) e che narra la storia, attraverso una serie di interviste fatte dalla giornalista nel carcere di Düsseldorf durante il processo, di Franz Stangl, comandante dei campi di sterminio nazisti di Sobibòr prima e Treblinka poi.
Per caso, stamattina, mi sono imbattuto in questo articolo del giornale online di Mentana in cui vengono documentati gli abusi e le torture subiti dai migranti nei campi di detenzione libici. Niente di paragonabile tra le due situazioni, naturalmente, i nazisti realizzarono il genocidio degli ebrei col preciso scopo di eradicare una razza, almeno dall'Europa, gli aguzzini libici invece seviziano, torturano e uccidono i migranti per ottenere denaro.
Eppure, pensandoci bene, non riesco a fare a meno di convincermi che forse le analogie tra le due situazioni sono di gran lunga superiori alle differenze.
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