A dire il vero ho preso in mano questo libro senza troppa convinzione, immaginando che l'avrei trovato a tratti parecchio palloso. Mi sono ricreduto dopo le prime dieci pagine, e mi è piaciuto talmente che è probabile che in futuro lo rileggerò di nuovo. Molto brevemente, si tratta di un dialogo tra Andrea Camilleri e Tullio De Mauro, purtroppo recentemente scomparso, incentrato sulla lingua italiana: come è nata, come è cambiata, come sta cambiando, l'influenza dei dialetti sulla sua nascita, il tutto abbracciando un arco temporale che va dal Trecento ad oggi, passando attraverso Dante e Boccaccio e arrivando fino a noi. Cito dal retro di copertina: "Cos'è la lingua, e cos'è il dialetto? Cosa esprimiamo con l'una e cosa con l'altro? In un susseguirsi di riflessioni, aneddoti, memorie, in cui trovano posto Manzoni e Gassman, Pasolini e il commissario Montalbano, oscuri maestri elementari e professori di educazione fisica, poesia, romanzo e teatro, i due autori raccontano come la lingua esprima chi siamo veramente."
È un libro che consiglio a chi ama la lingua italiana e desidera saperne di più su di essa. Io l'ho trovato bellissimo.
domenica 29 gennaio 2017
La lingua batte dove il dente duole
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