Alla fine la nuova infornata di sottosegretari, presi dagli appartenenti alla famosa "terza gamba" che tiene in piedi il governo, è arrivata. "Roberto Rosso va all'Agricoltura, Luca Bellotti al Welfare, Daniela Melchiorre e Catia Polidori allo Sviluppo Economico, Bruno Cesario e Antonio Gentile all'Economia, Aurelio Misiti alle Infrastrutture, Riccardo Villari ai Beni Culturali, Giampiero Catone all'Ambiente".
Alcuni di questi fanno parte del gruppetto che il 14 dicembre scorso salvò il governo, per 3 voti, dalla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni ("L'esecutivo si regge soltanto su cambiali pagate o da pagare", dice qualcuno del Pd). Naturalmente la cosa non è finita qui, perché gli appetiti da soddisfare sono parecchi. E infatti Berlusconi ha già annunciato un disegno di legge per integrare i 9 già nominati con un'altra decina. "'Tanti parlamentari potranno trovare soddisfazione' alle loro legittime aspirazioni". Bella questa: fa anche lo spiritoso.
Quello che mi domando, al di là di tutto, è come abbia potuto sopravvivere l'Italia tutto questo tempo senza questa infornata di sottosegretari.
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