Visto che Pisapia sembra godere, dati alla mano, di un ottimo gradimento tra i milanesi, i berluscones pare abbiano deciso proprio in queste ore di cambiare strategia: lasciare perdere (per ora) gli attacchi personali al candidato del centrosinistra (dopo il "Pisapia è pazzo" di Bossi non si è più mossa una foglia) e concentrare gli sforzi per attaccarlo sul suo programma elettorale.
Ed ecco quindi che si comincia a parlare insistentemente di cose come "zingaropoli", matrimoni gay, stanze del buco, moschee in ogni quartiere e via di questo passo. Insomma, il centrodestra spera di riuscire a vincere il ballottaggio puntando sulla vecchia cara arma della paura, che notoriamente fa - purtroppo - sempre una buona presa su larga parte della popolazione.
Ovviamente, il programma di Pisapia non contiene assolutamente niente di tutto questo (e al limite, anche se fosse, bisognerebbe sviscerare e capire prima di dare giudizi), perlomeno non nei termini apocalittici descritti dai vari berluscones.
Ma la balla più interessante messa in circolo, riguarda proprio questa storia delle moschee, su cui specialmente la Lega pare stia puntando molto in questi giorni. Il refrain è noto: se vince Pisapia, Milano si riempirà di moschee. Bene. Volete sapere - ma non ditelo a nessuno, mi raccomando - chi è stato nel 2009 a proporre in consiglio comunale la costruzione di moschee a Milano? Il Pdl.
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