In merito alla nota vicenda dei manifesti affissi a Milano (vedi qui sopra), ha fatto sentire la sua voce, ovviamente indignata, il ministro della Giustizia (sic!) Angelino Alfano:
L'affissione dei manifesti che intendono paragonare l'attività dei magistrati alle manovre eversive delle Brigate Rosse, che proprio questo Stato ha combattuto con forza e determinazione, non può e non deve trovare alcuna giustificazione. L'autorità giudiziaria è garante dell'applicazione dei principi di legalità e di giustizia e sull'altare di questi ha versato un tributo, anche di sangue, che nessuno può né potrà dimenticare.
Parole encomiabili, ovviamente. Peccato che nel nostro paese una delle autorità più attive, se non la più attiva, nell'opera di delegittimazione dei magistrati sia sempre stato il suo diretto superiore, il presidente del Consiglio.
Il quale aveva cominciato ad apostrofare i magistrati come brigatisti già un paio di decenni fa. Poi, naturalmente, non si è più fermato, dal momento che simili scemenze propagandistiche hanno sempre fatto presa su un certo tipo di opinione pubblica. E così, nel corso degli anni, abbiamo potuto sentire frasi deliziose nei confronti della magistratura: giudici comunisti, mentalmente disturbati, sobillatori, antidemocratici, senza contare i gentili epiteti "eversivi" e "associazione a delinquere", pronunciati per l'ultima volta proprio ieri.
Ecco, se il gentile ministro volesse evitare di prenderci in giro con queste dichiarazioni, noi apprezzeremmo moltissimo. Grazie.
(fonte immagine: repubblica.it)
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