Il termine giornalismo, lo sapete, rimanda genericamente ma inequivocabilmente alle notizie, alla carta, al quotidiano vero e proprio, ai giornalisti, magari a qualche nome importante di quelli che danno lustro alla categoria, anche se dopo la dipartita di Biagi e Montanelli chi fa vero giornalismo appartiene più a quella che si può definire come una sorta di sottobosco dell'informazione.
Oggi, all'informazione "ufficiale" si è aggiunta un'altra categoria, quella dell'informazione "non ufficiale", quella fatta dalle persone normali che con un semplice pc e una connessione internet scrivono quello che vedono, che sentono, e anche quello che a volte sta loro un po' sulle scatole. E' quello che nell'era del famoso e ormai un po' stantìo, almeno a livello di termine, web 2.0 viene definito come giornalismo partecipativo, anche se in buona parte dei casi i protagonisti non sono affatto giornalisti, vedi ad esempio molti blogger.
I blogger, non è una novità, sono sempre stati un po' sulle scatole ai giornalisti ufficiali, anche se questi, spesso, hanno attinto a piene mani dai contenuti da essi realizzati e pubblicati in rete. Ma, come è noto, il tempo aggiusta tutto e oggi si può dire tranquillamente che l'ascia di guerra è seppellita ed entrambe le categorie convivono (quasi) pacificamente. Segno di questa sorta di riappacificazione è la pubblicazione di un concorso giornalistico, il Premio Ischia, indetto dalla stampa ufficiale, che nel trentennale della sua edizione prevede per la prima volta un ricoscimento alla categoria dei blogger.
In pratica sono stati selezionati 10 blog che si sono partcolarmente contraddistinti, nel corso dell'ultimo anno, per completezza delle notizie riportate, tempismo, attendibilità e precisione, anche rispetto al giornalismo tradizionale. A decretare il vincitore di questi 10 blog saranno i normali utenti internet, che potranno votare entro il 25 giugno direttamente sul sito della manifestazione.
Tra i 10 selezionati, spiccano Paolo Attivissimo, forse (anzi senza forse) il più grande giornalista scova-bufale che abbiamo in Italia; poi c'è la famosa Black Cat, la mamma che si trovò al centro delle cronache della rete (e non solo) per l'episodio di discriminazione verso sul figlio, affetto da autismo, in un centro commerciale Carrefour. Segue il mitico Alessandro Gilioli col suo "Piovono rane", Marco Travaglio (voglioscendere.it) e Punto Informatico, anche se questo non mi sembra che sia proprio un blog, ma vabbè. Gli altri che compaiono in questa classifica sinceramente non li conosco, se non per sentito dire.
Non so cosa ne pensiate voi, ma a mio giudizio se anche la stampa cosiddetta tradizionale, quella ufficiale e autorevole, avesse non dico tutte, ma una minima parte delle prerogative di questi blog, forse oggi non saremmo messi così.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Se tutto è antisemitismo
Le immagini che vedete qui sopra sono prese dalle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani di destra di questa mattina: Foglio, Li...
-
Sto leggendo un giallo: Occhi nel buio, di Margaret Miller. A un certo punto trovo una frase, questa: "Qualche minuto più tardi la luc...
-
L'estate scorsa ho comprato una macchina nuova, una normale utilitaria senza pretese, pagata per metà a rate perché qua non si nuota nel...
-
Nel racconto Direttissimo , di Dino Buzzati, si narra di un misterioso viaggiatore che sale su un treno, un treno potente, veloce, che scalp...
volevo postarti questo qui. C'entra molto con il giornalismo e con la stampa e riflette in pieno il clima italiano di questo periodo in fatto di libertà di stampa.
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/esteri/rapporto-freedomhouse/rapporto-freedomhouse/rapporto-freedomhouse.html
come puoi notare è la prima volta che un Paese occidentale viene retrocesso nella graduatoria della libertà di stampa da "Paese libero" a "Paese parzialmente libero".
secondo me questo è un fatto preoccupante. Lo è ancor di più se pensiamo che certe persone stanno già allungando le proprie manacce sui blog. Quindi non so per quanto ancora verranno conferiti premi giornalistici ai blog e per quanto ancora si potrà parlare di blog..
se ti va potresti scrivere qualcosa su questo argomento. magari citando l'articolo.
se ti va potresti scrivere qualcosa su questo argomento. magari citando l'articolo
RispondiEliminaAdal, sembra a me o sei un po' distratto? :-)
Scherzo, naturalmente, ma l'articolo a cui ti riferisci è già linkato in fondo al mio post, anche se è preso dal Corriere invece che da Repubblica.
Non mi sembra che ci sia comunque molto da aggiungere. L'articolo è lì, è chiarissimo e ognuno può trarre le sue conclusioni. Oltretutto questo argomento l'ho già trattato altre volte in passato, anche se, ovviamente, parlare di questi argomenti non fa mai male.
Che dire? Al momento mi sento di sottoscrivere quanto scritto da Grillo (o da chi per lui) in questo suo post.
Per quanto riguarda le "manacce sui blog", ovvero i ripetuti tentativi di "imbrigliare" e controllare la rete, ti dirò, sono ottimista, nel senso che ormai, probabilmente, pure loro hanno capito che non ce la faranno mai.
E l'esempio lampante l'abbiamo avuto proprio in questi giorni. Questo, naturalmente, non ci autorizza ad abbassare la guardia.