giovedì 12 febbraio 2009

La terra dei cachi? No, delle truffe

Forse qualcuno ricorderà la simpatica canzone di Elio presentata a Sanremo ormai più di una decina d'anni fa. Una canzone che sostanzialmente ironizzava sul livello di degrado e disfunzione presenti nella pubblica amministrazione.

Ieri la Corte dei Conti, nella sua relazione annuale, ha fatto un quadro generale che dipinge una situazione altroché da terra dei cachi, sarebbe già qualcosa. Ecco quanto scriveva ieri Repubblica:

Truffe nei settori della spesa farmaceutica e sanitaria, dei rifiuti, e dei contributi comunitari; opere edilizie incompiute e uso sconsiderato dei prodotti finanziari derivati; danno all'immagine causato alla pubblica amministrazione dai dipendenti pubblici che hanno intascato mazzette; consulenze indebite. E' il quadro della mala-amministrazione, della corruzione e degli sperperi che emerge dalla relazione del pg della Corte dei Conti Furio Pasqualucci - presente anche Giorgio Napolitaano - e che, nel 2008, si è tradotto in atti di citazione in giudizio per un totale di circa 1 miliardo e 700mila euro di danni e in 561 sentenze di condanna in primo grado.

Per capire nel dettaglio come siamo messi, l'intero articolo lo trovate qui. Il relatore ha evidenziato, tra l'altro, nella sua relazione, come l'Italia sia "agli ultimi posti nelle classifiche internazionali sulla lotta alla corruzione". Ora, fin qui, diciamo che non ci sarebbe niente di male. Anzi, mi sono espresso male: non niente di male, ma semmai niente che non si sapesse già. Ma la vera chicca sta nelle ultime righe dell'articolo di Repubblica, che vi vado a riportare qui sotto:

"Mi sono avvicinato al presidente Lazzaro [Tullio Lazzaro, presidente della Corte dei Conti, nda] per dirgli che condivido e sottoscrivo riga per riga la sua relazione": a dirlo è il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

Adesso - se non avete già cominciato a ridere - occorre fare un salto indietro nel tempo, e precisamente a ques'estate, quando il presidente del consiglio se ne uscì con questa trovata favolosa, inserita nell'ambito di quella che doveva essere la grande riforma della giustizia: abolire le intercettazioni telefoniche eccetto che nei casi di mafia e terrorismo. Bellissimo; peccato che in questo modo tra i reati che venivano esclusi, rendendone di fatto impossibile il contrasto, ci fossero proprio quelli relativi alla corruzione e alla concussione, quelli cioè che sono la causa della maggior parte dei mali della nostra pubblica amministrazione, come ha appunto sottolineato ieri il presidente del Corte dei Conti.

Successivamente, in seguito alle proteste della Lega e di An (e di tutti quelli dotati di un cervello non atrofizzato), la proposta fu modificata e i suddetti reati nuovamente inseriti nel novero di quelli intercettabili. L'evoluzione dell'aberrante progetto è poi proseguita fino a oggi. I reati intercettabili sono tornati a essere quelli pre-riforma, ma tutto l'impianto è stato congegnato in modo che di fatto sarà impossibile avvalersi delle intercettazioni per perseguire qualsiasi tipo di reato.

A conferma di questo, e praticamente poche ore dopo la relazione della Corte dei Conti, si fa infatti vivo il CSM, che in una nota boccia senza mezzi termini il ddl sulle intercettazioni. In particolare rilevando - tra le molte - una palese anomalia nella norma che prevede che l'intercettazione sia possibile solo quando vi siano gravi indizi di colpevolezza invece che gravi indizi di reato, che in pratica significa che si potrà intercettare un soggetto solo quando si sarà ragionevolmente sicuri della sua colpevolezza. Il problema è che a quel punto l'intercettazione non sarà più necessaria.

Spettacolare. Se questa riforma della giustizia, così com'è stata congegnata, andrà in porto, corrotti e corruttori (assieme ad altre benemerite categorie) potranno subito cominciare a brindare e festeggiare. Con buona pace della Corte dei Conti e delle sue relazioni annuali.

2 commenti:

  1. potremmo quasi dire che il ddl sulle intercettazioni è un'istigazione a delinquere :P

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  2. Già, direi quasi "criminogeno".

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