giovedì 31 gennaio 2008

Non sono solo gli mp3 a essere "degradati", ma anche certi legislatori

Quando dico (e non solo io) che i nostri legislatori capiscono di tecnologia come un ciuco capisce di fisica quantistica, non vado molto lontano dal vero.

L'ultimo in ordine di tempo di tali esempi, ce l'ha offerto un comma della nuova legge sul diritto d'autore appena licenziata, che avendo avuto sia l'approvazione della Camera che del Senato, attende solo di essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e non può più essere modificata. Ecco il testo del comma:

"È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro"

Come osserva giustamente Andrea Monti su Repubblica, chi ha scritto la legge, forte della sua evidente (in)competenza in materia, non si è reso conto che gli mp3 che gli utenti scaricano allegramente dai circuiti p2p, e non solo, rientrano a pieno titolo nel concetto di musica degradata, in quanto questi tipi di file altro non sono che delle versioni compresse delle normali tracce audio che si trovano nei cd musicali.

Certo, nel comma viene messo in evidenza che la libera pubblicazione di questi file deve essere "per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro", e, più genericamente (forse troppo), viene indicata la "rete internet" come mezzo di diffusione. Ma se si prende alla lettera tutto ciò, è facile trarne le conseguenze, come del resto ha ottimamente illustrato lo stesso Monti nell'articolo:

"Di conseguenza, il comma permetterà "di pubblicare mp3 coperti da copyright, senza autorizzazione dai detentori di diritto d'autore: su siti web o anche su server peer to peer, il mezzo non conta. Lì si parla infatti solo di "pubblicazione su internet". L'importante - dice il comma - è che lo scopo sia didattico o scientifico, quindi per esempio posso immaginare un sito che pubblichi la discografia di un autore a scopo di commento e recensione. Oppure una rete peer to peer dei conservatori che mettono la musica a disposizione degli allievi, per studiarla. Tutti usi permessi, se si interpreta in modo letterale la legge".

In attesa che il Ministero fissi le regole attraverso le quali chiarire esattamente le caratteristiche degli usi "didattici e scientifici", con le quali probabilmente si rimedierà a questa "gaffe" legislativa, godiamoci questo periodo di "tolleranza" augurandoci che i nostri politici non si avvalgano della stesso livello di competenza quando si tratta di legiferare su materie più serie e delicate.

Per il nostro bene.

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