sabato 26 gennaio 2008

Come al solito non hanno capito niente

Uno ci mette tutta la sua buona volontà per tentare di (auto)convincersi che in fondo i giornali non sono tutti da buttare, che non tutti raccontano balle o sono incompetenti su certi argomenti. Ma è sostanzialmente una battaglia persa.

Ieri ha cominciato a girare in rete la notizia di un pm romano, tale Paolo Giorgio Ferri, che ha chiesto e ottenuto l'archiviazione di un procedimento contro ignoti per questioni di p2p, ossia condivisione telematica illecita di file protetti da copyright (secondo le fonti).

Vi riporto qui sotto tre titoli presi dalle versioni online di Ansa, Giornale e Messaggero:







Questi articoli, letti senza i dovuti approfondimenti, danno - colpevolmente - l'idea che ci si possa attaccare a eMule o BitTorrent e si possa cominciare a scaricare a destra e a manca tranquillamente. Ovviamente non è così, e se si approfondiscono un po' i termini della vicenda (come ha fatto PI) si scopre che le cose stanno ben diversamente rispetto a ciò che superficialmente (in nome del sensazionalismo) riportano i giornali.

E' ovvio infatti (ormai lo sanno anche i muri) che il peer to peer in sé, inteso come sistema di condivisione e trasferimento dati, non è reato, così com'è altrettanto ovvio che non si commette nessun illecito a installare eMule sul proprio pc. La differenza tra il lecito e l'illecito sta tutta nel motivo per cui si usano questi software: se condivido su eMule il filmato delle ultime vacanze in Polinesia va bene, se metto in condivisione i film della Walt Disney no.

Chissà, forse un giorno i giornali metteranno da parte il sensazionalismo e si decideranno a raccontare le cose come stanno.

Forse...

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