lunedì 6 maggio 2024

Elly Schlein e il Jobs Act

Cito pari pari, qui di seguito, quanto scritto da Alessandro Gilioli su facebook. 

Con qualche imbarazzo,  i cosiddetti "riformisti" del Pd hanno liquidato la scelta di Schlein - firmare per l'abrogazione del Jobs Act - dicendo che "non bisogna guardare al passato, ma al futuro".

Già: il passato è tuttavia abbastanza recente (meno di dieci anni); e soprattutto quel passato è ciò che ha distrutto la credibilità del Pd come partito che difende gli strati più bassi della piramide sociale.

Non ha fatto tutto il Jobs Act, certo: dal "pacchetto Treu" al "decreto Poletti", è stata una deriva con molti colpevoli; una deriva che poi Renzi ha portato a pieno compimento - e con lui, al tempo, tutto il partito o quasi, compresi quelli che oggi sono ancora esponenti dem di primo piano.

Ecco: emanciparsi da quel passato - cioè dall'emulazione della destra economica - è la fatica di Sisifo della segreteria Schlein. Per far ritrovare al Pd identità, senso, dignità. Una fatica di Sisifo frenata, tra l'altro, dai mille liberisti e dai mille cacicchi che nel Pd purtroppo ancora contano parecchio.

Coraggiosa quindi è (finalmente) stata Schlein nel firmare, nel segnare un passaggio che è di fatto storico per il Pd. Insomma a segnare la differenza radicale con quel recente passato.

Che poi ci riesca, nel tempo, a far recuperare reputazione e credibilità a un partito che per anni ha fatto di tutto per perderla, è tutt'altra questione, e davvero nessuno lo sa.

1 commento:

  1. La Schlein sta combattendo bene per ridare credibilità al suo partito ma la mia simpatia va a coloro che da sempre sono coerenti nelle loro scelte guidati da un leader equilibrato.

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