Per come la vedo io, un ministro dell'istruzione degno di questo nome non dovrebbe porre una tale domanda, cioè a cosa serve studiare questo o quello, ma dovrebbe essere lui il primo a spiegare perché è bene conoscere i dinosauri. Così come è bene conoscere il sacco di Roma, le guerre puniche, Leopardi che ammira l'infinito, la fotosintesi clorofilliana, il ciclo del carbonio o qualsiasi altro argomento dello scibile umano.
(A proposito di dinosauri, conoscere la loro storia è un buon modo per evitare di fare figure come quella che fece Al Bano durante la pandemia, quando disse che l'uomo è stato capace di sconfiggere i dinosauri, quindi avrebbe avuto ragione anche del Sars-CoV-2.)
Studiare senza chiedersi a cosa serva permette di acquisire una certa cultura generale, di ampliare gli orizzonti, di affinare la capacità di critica, di provare a capire la complessità del presente raffrontando ciò che succede oggi con ciò che è successo in passato; permette anche di poter acquisire gli strumenti per capire che certi ministri dell'istruzione forse sarebbe stato meglio che nella vita avessero fatto altro.
C'è poi il discorso utilitaristico che tale frase sottende. Quel "a cosa serve?". A niente. È proprio il verbo "servire" nella sua accezione utilitaristica che non c'entra una cippa con la scuola, nonostante ciò che tutti pensano. A scuola, almeno fino ai 18 anni, si dovrebbe andare per formare l'uomo, non un bravo funzionario. Le competenze da spendere sul mercato del lavoro, dopo. Prima l'uomo, pena il rischio di trovarsi con funzionari perfettamente formati ma disumani.
Ma è proprio la valenza mercantile che il ministro dà alla scuola che fa orrore. Abbiamo già una civiltà e una società dove tutto è mercimonio, mercato. Vogliamo almeno conservare un'isola franca, la scuola appunto, da cui il concetto di mercato resti fuori? O vogliamo sacrificare anche quella su quell'altare?
Se è per questo trovo altrettanto inutile studiare la vita e le imprese di imperatori e condottieri che hanno comandato guerre e massacri di interi popoli, trascurando invece la vita di gente comune... Ho studiato storia per 13 anni e mai che si sia accennato a tradizioni, cultura, arte, scoperte, mestieri della gente comune, argomenti peraltro presenti nei libri di storia delle scuole medie ma cordialmente saltati a pié pari da tutte le professoresse di Lettere che ho avuto!
RispondiEliminaI programmi sono vastissimi,io da insegnante priviligerei i fatti più recenti di cui si parla troppo poco.Ciao
RispondiEliminaIo posso dire solo una cosa dalla mia esperienza scolastica... va bene studiare gli ittiti e tutto il resto ma arrivare per puzza alla seconda guerra mondiale senza poter studiare il dopoguerra è creare un buco di storia indegno e importante per la formazione scolastica di un alunno
RispondiEliminaIo farei studiare l'utilità (e la necessità) di utilizzare maschere antigas in luoghi dove potrebbe vericarsi una fuoriuscita del medesimo, sovvenzionando personale addetto al controllo dell'utilizzo dei medesimi, anziché erogare fondi ad azienducole che propinano inutili corsi di sicurezza in banche, scuole, enti e ministeri.
RispondiEliminaTi faccio una citazione:
RispondiElimina«La scuola professionale non deve diventare una incubatrice di piccoli mostri aridamente istruiti per un mestiere, senza idee generali, senza cultura generale, senza anima, ma solo dall’occhio infallibile e dalla mano ferma. Anche attraverso la cultura professionale può farsi scaturire, dal fanciullo, l’uomo. Purché essa sia cultura educativa e non solo informativa, o non solo pratica manuale. Il consigliere Sincero, che è un industriale, è troppo gretto borghese quando protesta contro la filosofia.»
e poi:
«Certo, per gli industriali grettamente borghesi, può essere più utile avere degli operai-macchine invece che degli operai-uomini.»
È una citazione di Gramsci ("Scritti politici 1"; mi sembra di averlo scaricato gratuitamente da LiberLiber.it: molto attuale e di piacevole lettura) che critica Sincero che voleva togliere la filosofia dalle scuole tecniche.
Bellissima (e attualissima) citazione, che non conoscevo. Grazie.
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