giovedì 20 aprile 2023

Possiamo salvare il mondo prima di cena


Sono convinto che libri come questo siano inutili perché l'emergenza climatica non è percepita come una emergenza, non è ancora diventata psiche collettiva. Anche se gli scienziati si sforzano in ogni modo da anni di sollevare questo problema; anche se ci descrivono con accurate proiezioni il mondo problematico, difficile, costoso in cui dovranno vivere i nostri figli e i figli dei nostri figli a causa nostra, non riusciamo a interiorizzare questa cosa.

E uno dei motivi è che non ci crediamo. Razionalmente siamo pure disposti ad ammettere che la situazione è grave, che i dati del disastro elaborati dagli scienziati sono esatti e preoccupanti, ma sotto sotto non ci crediamo. 

Questa tesi è supportata dall'autore del libro tramite l'utilizzo di un piccolo aneddoto.

Nel 1942 un partigiano polacco di 28 anni, Jan Karski, partì dalla Polonia occupata dai nazisti e si avventurò in una missione che lo portò prima a Londra, poi in America per informare i leader mondiali delle atrocità che i tedeschi stavano commettendo. Dopo alterne vicissitudini, il giovane Karski arrivò a Washington nel giugno del 1943. Qui incontrò il giudice della Corte suprema Felix Frankfurter, egli stesso ebreo e uno dei massimi giuristi della storia americana. Dopo aver ascoltato da Jan Karski il racconto dello sgombero del ghetto di Varsavia e degli stermini nei campi di concentramento, il giudice, dopo averci pensato su, gli rispose: "Mister Karski, un uomo come me parlando con un uomo come lei ha l'obbligo della totale franchezza. Quindi devo dirle che non posso proprio credere a quello che mi ha detto." Quando l'uomo che accompagnava Karski supplicò Frankfurter di dare credito al racconto che gli era stato fatto, il giudice rispose: "Non ho detto che questo giovanotto sta mentendo, ho detto che non sono in grado di credergli. La mia mente, il mio cuore, sono fatti in un modo che non mi permette di accettarlo."

Il giudice, quindi, non metteva in dubbio la veridicità della storia di Karski. Non contestava il fatto che i tedeschi stessero sistematicamente sterminando gli ebrei in Europa. Ammise invece non solo la propria incapacità di credere alla verità, ma anche la propria consapevolezza di quella incapacità, in definitiva lo stesso atteggiamento che adottiamo noi, o almeno gran parte di noi, di fronte al dramma del riscaldamento globale. 
 
Il libro è interessantissimo, esaustivo, completo di dati e fonti; se siete interessati a queste tematiche vi consiglio caldamente di leggerlo. Poi magari non crederete a quanto raccontato, esattamente come il giudice Frankfurter non credette al racconto di Karski, ma almeno vi sarete fatti un'idea di come stanno le cose.

Lascio qui di seguito alcune schermate prese dalle pagine del libro.


6 commenti:

  1. Consigli "caldamente" di leggerlo? L'ironia nella scelta di un avverbio 😉
    Io non solo ci credo, ma ne sono terrorizzata, perfino: la prospettiva di un'umanità bollita nel calderone che lei stessa alimenta mi sconcerta

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    1. Sconcerta anche me. Il problema è che non siamo in numero sufficiente a essere sconcertati, quindi non stiamo facendo sostanzialmente niente.

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  2. e intanto in Italia continuiamo con le puttanate dei fascisti

    https://www.today.it/politica/la-russa-costituzione-antifascismo.html

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    1. Eh, lo so; d'altra parte loro solo questo sanno fare.

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  3. leggerevolare21/04/23, 16:51

    Più che il tema mi interessa il risvolto psicologico.

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  4. Io non mangio cibi animali, capisco che non tutti siano disponibili a farlo, ma almeno si può ridurre un po' il consumo di proteine.

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