sabato 8 aprile 2023

L'Ungheria e l'omosessualità

La contestata legge sulla (presunta) difesa dei minori, approvata nel 2021 nell'Ungheria dell'omofobo Orbán e di cui si è tornato a parlare in questi giorni, equipara in sostanza omosessualità e pedofilia, un concetto definitivamente smontato da tempo e che rimane ormai solo in ambienti di estrema destra, e vieta che ai giovin virgulti ungheresi si parli di cose come appunto omosessualità, cambio del sesso e così via. L'hanno fatto per proteggere i poveri pargoli, ovviamente, non sia mai che vengano a sapere che l'omosessualità esiste in natura, è praticata da tutte le specie animali tranne il riccio di mare ed è solo uno dei tanti orientamenti che esistono. Guai. E se poi i pargoli si traumatizzano?

Si è tornato a parlare in questi giorni del controverso provvedimento perché quindici stati dei ventisette che fanno parte dell'Unione europea hanno avviato una causa legale contro il paese del grande amico di Salvini e Meloni a causa della suddetta legge. Va detto subito che la causa non servirà a granché, ma è comunque un modo per vedere quali e quanti sono gli stati che si schierano ideologicamente con la visione del mondo dell'autocrate e quanti e quali si oppongono. Noi, naturalmente, stiamo con Orbán, non sia mai che una volta nella vita ci capiti, anche per sbaglio, di schierarci dalla parte giusta.

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