Cominciano ad arrivare i primi sms con cui i gestori telefonici, per ora Tim e Vodafone, annunciano il ritorno alla fatturazione mensile, ritorno reso obbligatorio dalla legge 172/2017. Bello, no? Apparentemente sì, ma c'è un ma. Breve riassunto.
A cavallo tra il 2016 e il 2017 tutte le maggiori compagnie telefoniche, previa avviso ai clienti, avevano arbitrariamente cambiato i tempi delle fatturazioni da un mese a ventotto giorni, mossa che in tutto questo tempo ha consentito loro di incamerare praticamente una mensilità in più all'anno senza che ciò abbia comportato aggiunte o miglioramenti del servizio.
Le associazioni dei consumatori avevano fatto un po' di casino, all'epoca, c'era stata anche qualche flebile protesta generale ma poi tutto era morto lì. Adesso si torna quindi alla fatturazione mensile, ma siccome ai maggiori introiti generati dalla fatturazione a 28 giorni i gestori si sono nel frattempo affezionati, ecco che abbinato alla fatturazione mensile c'è un bell'aumento dei prezzi dell'8,6%, che è esattamente la percentuale in più incamerata col passaggio ai ventotto giorni.
Boh, non so, c'è qualcosa di spettacolare nella maniera in cui questi signori ci fregano come vogliono ormai praticamente alla luce del sole, senza neppure più bisogno di nascondersi dietro a misteriosi escamotage od occultando in qualche modo le loro porcate.
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