venerdì 19 gennaio 2018

Ivan Graziani il narratore

Stamattina, mentre ero a passeggio lungo il Marecchia con Ivan Graziani negli auricolari, pensavo che il grande cantautore teramano è stato, prima ancora che un ottimo musicista, un più che ottimo narratore, un eccellente creatore di storie necessariamente brevi, concepite per essere raccontate nei quattro o cinque minuti che dura una canzone. Non so quanti dei miei trentadue lettori abbiano dimestichezza con la sua produzione musicale, ma presumo che eventuali suoi estimatori questa cosa l'abbiano già compresa da tempo.

Il 99% delle canzoni di Ivan sono storie brevi, complete, con uno o più personaggi, un inizio, uno svolgimento e una conclusione. Gli esempi che si potrebbero fare sono innumerevoli, e il primo che mi viene in mente è la celeberrima Il chitarrista, un pezzo che conoscono anche i sassi. È una storia breve a tutti gli effetti, e se si ascolta attentamente il testo si può immaginare con poco sforzo anche tutta la scena in cui si svolge la vicenda della donna contesa dai due giocatori di poker: un locale fumoso, il chiacchiericcio tipico dei bar, gli avventori assiepati attorno al tavolo in cui si svolge la sfida ecc. Capite bene che chi, come lo scrivente, traffica tutto il giorno con libri e storie, questa particolare peculiarità di Ivan rappresenta grande motivo di godimento.

Altre perle con le medesime caratteristiche che mi vengono in mente così, su due piedi, sono Firenze (canzone triste), Signora bionda dei ciliegi, la meravigliosa Olanda, Dada, Isabella sul treno, ma naturalmente elencarle tutte è impossibile data la notevolissima produzione di Ivan. Sono tutte storie che generano piacere anche solo dalla semplice lettura del testo, senza supporto della musica.

Certo, non è che Ivan Graziani sia stato l'unico a raccontare storie con le canzoni; penso, che ne so?, al primo Dalla, a Fossati, oppure Vecchioni, Guccini, quest'ultimo non a caso anche scrittore, ma credo che Graziani sia stato quello che è riuscito farlo meglio e in maniera più costante e continuativa nel tempo.

Cantautori che raccontino storie in musica credo che non ne abbiamo più. Oggi mi pare che sia tutto un proliferare di testi abbastanza privi di sugo e costrutto il cui unico fine è quello di soddisfare le esigenze delle rime, niente di più. Ma si tratta più che altro di un'impressione, probabilmente anche falsa, dal momento che sono ormai un vecchio rottame nostalgico di certa musica con cui sono cresciuto e che la musica di oggi tutto sommato non la seguo neppure tanto.

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