Evidentemente, quattro mesi lui pensa siano un lasso di tempo più che sufficiente a far dimenticare la promessa fatta in ogni dove nei mesi che precedevano il referendum, e cioè quella di togliersi dalle scatole. Cioè, non solo dimissioni da segretario del Pd e da Presidente del consiglio, ma la cessazione tout court di ogni velleità politica. Lo diceva lui, non ce lo siamo sognato noi, sbandierando come atto di dignità questa promessa, dignità che, naturalmente, ce ne ha dato ampia prova in due anni, manco sa dove stia di casa. E invece niente, è tornato alla carica come se niente fosse, come se quella marea di venti milioni di No sotto cui è stato sepolto fossero solo un inconveniente di poco conto, trascurabile, un insignificante dettaglio. Un ritorno tra l'altro scandito dallo stesso tenore mediatico di salvatore della patria, dalla stessa arrogante protervia (ha solo utilizzato più "noi" e meno "io": poca roba) che hanno sempre caratterizzato l'ipertrofismo del suo io.
Dite la verità: avevate creduto che ce lo saremmo tolti dalle appendici pendule dopo il quattro dicembre scorso, eh? Avevate avuto un minimo dubbio che la parola dignità sulla sua bocca avesse un qualche barlume di significato, vero? Spiacente. Non per vanteria, ma chi scrive aveva capito (e scritto) fin da subito che non ce lo saremmo tolti di torno così facilmente.
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