Il teleimbonitore ha dichiarato, rimangiandosi quanto detto appena due giorni fa - niente di nuovo, intendiamoci -, di essere obbligato a rimanere in campo per "riformare il pianeta giustizia", affinché "non capiti ad altri quello che è capitato a me".
Uno che venisse da Marte, unico luogo in cui probabilmente la notizia non è ancora giunta, potrebbe domandarsi, con un lieve senso d'inquietudine, cosa sia capitato al poveraccio. Di quale terribile disgrazia sia rimasto vittima. Leggendo un po' qua e là, scoprirebbe che il tapino (o "tappino", che dir si voglia: nel caso in esame non c'è grossa differenza) s'è beccato una condanna a quattro anni per frode fiscale. Continuando a informarsi un po', scoprirebbe, l'ipotetico marziano, che nel nostro paese, e non solo nel nostro, esiste una procedura abbastanza collaudata chiamata processo penale, che, sintetizzando brutalmente, funziona così.
C'è un PM (Pubblico Ministero) che riceve una notizia di reato. Una volta ricevuta, si premura di avvisare l'interessato (avviso di garanzia) che sta prendendo qualche informazione su di lui. È una misura, questa, a favore della persona sottoposta a indagine. È in pratica il PM che dice: "ehi, senti, guarda che sto facendo qualche ricerca su di te, se magari volessi stare un po' in campana, o fare una telefonatina a un avvocato..."
Il PM fa quindi un po' di indagini e mette insieme alcuni elementi, tramite riscontri e ricerca di prove, per capire se quella notizia di reato abbia qualche margine di fondamento oppure no. Al termine delle sue indagini, tira le conclusioni: se ritiene che la notizia di reato non stia in piedi chiede al giudice l'archiviazione per la persona oggetto delle sue attenzioni, altrimenti ne chiede il rinvio a giudizio, che, se accolto dal giudice trasforma l'indagato in imputato. Nel caso del teleimbonitore, ovviamente, gli elementi validi di colpa sono stati trovati, eccome se sono stati trovati, tanto è vero che è stato rinviato a giudizio.
Dopo dieci anni di indagine e sei di processo, è arrivata la sentenza: colpevole. Sentenza che rimarrà valida a tutti gli effetti finché una seconda (l'eventuale Appello) non ne dimostrerà l'infondatezza. Poi, eventualmente, ci sarà quella definitiva della Cassazione, che generalmente, comunque, non sentenzia sul merito delle accuse ma sulla regolarità di tutta la procedura. Ecco, il teleimbonitore si trova nel primo stadio di questo bel circo. Il nostro bravo marziano scoprirebbe, quindi, che "quello che è capitato a me" non è nient'altro che il normale svolgimento di un processo per frode fiscale, uguale a tanti altri che ogni giorno si celebrano nel nostro paese.
Ecco, il catramato vorrebbe riformare tutta questa procedura in modo che tutto ciò non capiti più. Immagino già la gioia di tutti gli evasori fiscali e i truffatori in questo momento sotto processo. A questo punto, state pure tranquilli che il nostro amico marziano sarà già tornato su Marte scappando a gambe levate.
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