Leggendo gli ultimi aggiornamenti dei quotidiani online, ieri sera, ho avuto paura. Non paura intesa nel senso classico del termine, ma una sorta di presagio su quello che ci aspetta nel prossimo futuro, di cui ho avuto sentore leggendo questo articolo di Repubblica. Ovviamente Repubblica è casuale: le stesse cose si trovano anche sugli altri quotidiani.
Perché paura? Perché le dichiarazioni fatte ieri pomeriggio dal premier, alla presentazione del nuovo libro di Vespa (un altro?), mi hanno indotto a questa sorta di timore preventivo circa quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Vedete, stasera pensavo, mentre leggevo queste cose, che a volte mi dispiace essere così interessato a tutto quello che succede, mi dispiace di avere la capacità (almeno penso) di leggere tra le righe degli avvenimenti, e che in fondo in fondo starei molto meglio se di tutto ciò non me ne fregasse niente, non lo ritenessi importante. Pensavo che camperei sicuramente meglio se magari fossi interessato solo al calcio o all'isola dei famosi o Amici, oppure se il mio unico interesse fosse quello di avere la macchina lucida e pulita per il weekend. E invece - a queso punto purtroppo - non è così: mi interessa quello che succede perché riguarda, volente o nolente, anche me, la mia famiglia e in prospettiva i miei figli. Sarebbe bello se potessi fregarmene in virtù del fatto che quello che dicono e decidono su di noi non ha alcuna influenza, ma purtroppo non è così. E allora non posso evitare che mi girino le scatole quando leggo queste cose; e quando mi girano le scatole scrivo, dopodiché sono cavoli vostri.
Passo ad analizzare alcuni passaggi, riportati dall'articolo di Repubblica che ho linkato sopra, di quanto detto ieri in pompa magna dal premier.
La Costituzione non può essere considerata un ostacolo alla riforma della giustizia. Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: "La Costituzione si può cambiare e poi l'ultima parola spetta ai cittadini. Ci sono due votazioni con 6 mesi di tempo l'una dall'altra poi a decidere se la riforma sarà giusta saranno i cittadini. Questa è la democrazia".
Cosa vuol dire "la Costituzione non può essere considerata un ostacolo alla riforma della giustizia"? E come fa a dire che si può cambiare... quando l'ha già fatto? Anzi, a voler essere precisi, non è stata cambiata, è "solamente" stata violata quando con il lodo Alfano è andato a farsi benedire l'articolo 3, quello che dice che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Dopo che l'articolo che sancisce l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge è stato stuprato in questo modo, non oso pensare a cosa porteranno i tanto urgenti cambiamenti che l'allegra brigata ha in mente. Ma ho paura che lo scopriremo molto presto.
"Mi ricorda il passo del poema dantesco, anche qui c'è un nuovo inizio: c'è l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso". Vespa lo interrompe per chiedere: "Il Paradiso sarebbe lei?". "Il Paradiso - replica Berlusconi sorridendo- sarebbe il governo attuale che promette all'Italia quel cambiamento che è davvero necessario". E, sull'ampio consenso del suo governo, il premier ricorda: "Gli italiani vogliono che io vada avanti. Ho il 68% della loro fiducia secondo gli ultimi sondaggi".
Le promesse di "quel cambiamento che è davvero necessario" si fanno in campagna elettorale, dopodiché si dovrebbe cominciare a vedere qualcosina. Ah già, dimenticavo, la monnezza a Napoli è sparita, la criminalità non c'è più (sapete com'è, 2000 militari a zonzo per le città...), le tasse si stanno abbassando con un certa velocità, gli sbarchi degli immigrati clandestini sono pressoché terminati, è arrivata la social card; cavolo, ha ragione il premier: il governo attuale è proprio il paradiso! E' sotto gli occhi di tutti, come abbiamo fatto noi a non vederlo? Siamo proprio miopi.
Il problema vero è che se anche questo paradiso non ci fosse sarebbe uguale, perché i telegiornali continuerebbero (come stanno facendo) a dipingerlo tale. In questi ultimi due o tre giorni ho seguito, per una mia curiosità personale, alcuni tiggì. Ancora ieri sera ce n'è stato uno che raccontava delle code di auto sull'Autobrennero per il ritorno dal ponte dell'Immacolata, come a dire che la crisi che i profeti di sventura continuano a raccontare è una balla. E' difficile trovarne uno che dica che la gente fa la fila alla mensa dei poveri: tutto è bello e tutto va bene. Da questa sera l'Italia è ufficialmente in recessione tecnica (terzo trimestre consecutivo di calo del Pil); la cassa integrazione nel mese di novembre è balzata a + 253% su base annua. Secondo voi quanti telegiornali lo diranno oggi? Quanti credete che saranno quelli che lo menzioneranno (al massimo aggiungendo però che i ristoranti sono pieni)? Ma va là: la soglia dell'imbroglio va alzata al giusto livello; volete mettere quanto è più importante la prima della Scala, la neve sulle Dolomiti, qualche tafferuglio in Grecia? E volete soprattutto che corrano il rischio che la gente si accorga che la stanno ipnotizzando con le bugie? La maggior parte degli stabilimenti della Fiat lascerà a casa gli operai fino quasi alla fine di gennaio (elenco qui), avete sentito qualcuno che l'ha detto? Io nessuno.
Ah già, che stupido: non siamo in paradiso?
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