Tutto questo per cercare di contestualizzare un pochino i dieci minuti di Alessandro Barbero che pubblico qui di seguito, in cui il noto storico e divulgatore dice alcune cose sul conflitto che deviano un pochino dal sentire comune, in particolare modo quando afferma che tentare di ridurre un conflitto così complesso e lungo (esiste almeno dal 2014) all'aggressore cattivo e all'aggredito buono è una banalizzazione piuttosto puerile, così come si pecca di eccesso di semplificazione quando si afferma che le ragioni stanno tutte da una parte e i torti tutti dall'altra.
Il fatto che nell'esplosione di questo conflitto anche la Nato abbia delle responsabilità è stato nel corso del tempo enunciato da diverse parti. Lo disse papa Bergoglio, l'ha ribadito ieri il cardinale Zuppi, e anche lo stesso Barbero l'ha spesso ripetuto nei suoi interventi, così come anche Cacciari e altri.
Per quanto riguarda il conflitto in sé, molti media occidentali stanno cominciando da qualche tempo a raccontare un po' le cose come stanno realmente. Ha iniziato il Washington Post negli USA e a ruota alcuni media nostrani. In particolare si sta cominciando a dire chiaramente che la famosa controffensiva ucraina è stata finora un mezzo fallimento, che gli americani stanno cominciando ad inviare appelli affinché si smetta di mandare armamenti all'Ucraina e che la maggior parte dell'opinione pubblica americana è contraria a continuare a spendere soldi in questa guerra, senza contare che gli stessi vertici delle forze armate americane ormai dicono chiaramente che l'Ucraina ha ben poche possibilità non solo di arrivare a una vittoria (qui magari ci si arrivava anche senza che lo dicessero i generali americani) ma anche di recuperare i territori perduti.
Ci è voluto un po' ma, piano piano, si cominciano a raccontare le cose come stanno.
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